lunedì 19 gennaio 2015

Omaggio a WES ANDERSON.


La carriera cinematografica di Wes Anderson ha inizio nel 1996 quando prende forma il lungometraggio Bottle Rocket - Un Colpo da Dilettanti, tratto dal cortometraggio presentato due anni prima al Sundance Film Festival. I primi passi nella cinematografia avviano il sodalizio con i fratelli Owen, Luke e Andrew Wilson, i primi due protagonisti del film di cui il Owen è anche co-sceneggiatore.
Del 1998 è il secondo lungometraggio, Rushmore, con Jason Schwartzman e Bill Murray. Ma il successo arriva nel 2001 con l'indimenticabile The Royal Tenenbaum. Da questo momento in poi è più semplice seguire la cronologia delle opere di Anderson, quasi sicuramente chi ha visto il film del 2001 e sta ora leggendo questo articolo, ha trascorso gli ultimi 14 anni a monitorare il regista in attesa di una nuova opera ed ha visto i successivi film: Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2004), Il treno per il Darjeeling (2007), Fantastic Mr. Fox (2009), Moonrise Kingdom (2012), Grand Budapest Hotel (2014).

A colpire, in Wes Anderson, è la coerenza. Dal primo all'ottavo film si assiste ad uno stile in ascesa, un'evoluzione ben calibrata verso la compiutezza. Ogni film è in grado di portare una propria e costante visione del mondo che prende forma nella simmetria delle inquadrature e in lunghi piano-sequenza, mentre le scelte tematiche riguardano i percorsi di formazione di personaggi eccentrici e sognatori, alieni di civiltà poco caratterizzate.
 


Riconoscere un regista dagli elementi ricorrenti nella sua cinematografia è sicuramente un segno di autorialità intesa nel senso che le diedero i cinefili dei Cahiers du cinema, ma l'autorialità si misura anche nel grado e nella ricercatezza del citazionismo. Sicuramente interessante è il lavoro del critico e cineasta Matt Zoller Seitz, che in un documentario diviso in cinque episodi, the Substance of Style, ha rintracciato i riferimenti cinematografici di Wes Anderson in alcune di Orson Welles, Martin Scorsese, Richard Lester, Mike Nichols, Bill Melendez, Hal Ashby e François Truffaut. Uno stile che attinge dalla cinematografia, dunque, ma anche dalla cultura fumettistica. Seitz, infatti, confronta alcune scene del film Rushmore con le sequenze di A Charlie Brown Christmas (Bill Melendez, 1965), il film animato tratto da i Peanuts, le celeberrime strisce create da Charles Shulz. Non è difficile cogliere il paragone se si pensa ai personaggi di Anderson: sono delle anime candide e sognatrici, proprio come Charlie Brown e i suoi,  riuniti a loro volta in una simpatica famiglia di caratteri che tornano e si inseguono nei diversi film. Ragazzini seri come gli adulti ed adulti intrappolati in animi da ragazzini . Giovani uomini malinconici e bambini determinati e sicuri, tutti "ugualmente diversi" ed emotivamente complessi.

Ma torniamo al primo lungometraggio, Bottle Rocket: la storia riguarda due amici che vogliono mettere su una banda di rapinatori, progetto che verrà minato dalle contingenze e dai pessimi metodi organizzativi (tra le citazioni proposte da Seitz, qui ci metterei I soliti ignoti di Mario Monicelli, soprattutto per la sequenza dell'ultimo colpo).
Se da un lato sembra difficile riconoscere lo stile che tanto ci è familiare, dall'altro è anche vero che alcuni tratti della firma di Anderson sono già abbozzati. A pochi minuti dall'inizio, dopo la finta fuga del protagonista Anthony (Luke Wilson), l'amico Dignan (Owen Wilson) gli espone l'idea di costituire una banda (a cui si aggiunge Bob perché ha la macchina) ed organizzare una serie di rapine distribuite in un piano settantacinquenale strampalato e sconnesso. Ecco, nel momento stesso in cui ci troviamo dentro una soggettiva sui fogli scritti a penna da Dignan, si ha la prima sensazione di essere in un film di Wes Anderson.
La vicenda si evolve -poco- nei vari tentativi dei protagonisti di diventare dei temibili criminali e sempre più si stempera in scene goffe (la rapina alla libreria è memorabile) e male organizzate. L'ultimo colpo, in particolare, è il più vivo scatto di personalità del regista fino a raggiungere l'epilogo nell'immancabile ralenti della scena finale. I protagonisti sono dei bambini in corpi adulti che durante il viaggio (altro tema ricorrente) fanno tappa per giocare con i fuochi d'artificio. La storia comincia con Anthony che "evade" dall'ospedale psichiatrico in cui si era ricoverato dopo un esaurimento nervoso, più avanti s'innamora di una cameriera paraguayana che non parla inglese, ma continua ad essere triste e malinconico perché il suo più grande problema è che agisce solo per il bene degli altri, mai per il proprio. Il deragliamento del piano, tuttavia, non è motivo di tragedia, ma un modo per poter comunque ammettere di aver provato a fare gli eroi, di guardare oltre l'orizzonte e sapere che si può ancora continuare a giocare.
Bottle Rocket è un primo assaggio di quel che sarà il cinema di Wes Anderson e del perché negli anni abbiamo avuto sempre più motivo di amarlo e di adorare il modo in cui fa delle debolezze e delle bizarrie umane un canale di fuga privilegiato.

RICETTA
Avete mai visto un film di Wes Anderson senza aver desiderato, almeno per un momento, di poter mangiare quello che mangiavano i personaggi del film? Spesso si tratta di semplici toast e grandi bicchieri di latte, dolcetti dai colori accesi, frutta viva e succulenta.
Di cibo e Wes Anderson avevamo già parlato nell'articolo su Fantastic Mr. Fox, del lontano 2010, ma ora che Grand Budapest Hotel sta raccogliendo nomination e premi in giro per il mondo, non posso non condividere la ricetta dei Courtesan au Chocolat, che sta spopolando sul web.


COURTESAN AU CHOCOLAT

La ricetta esatta per la Cortigiana au chocolat non è mai stata pubblicata o divulgata seguendo le volontà del signor Mendl. Tuttavia, le seguenti istruzioni sono state raccolte e adattate da diverse fonti “pirata” prese dagli archivi di Nebelsbad (compresa la ricetta del 1963 presa dalla cucina del Grand Budapest Hotel e stampata nel Lutz Daily Fact e che prevedeva l’uso di uova in polvere.)
La pasta :
Fai una pasta choux di farina, acqua , burro e uova . Anche se giuste proporzioni possono variare a seconda della propria altitudine e dell’umidità , si consiglia :
1 tazza di farina
1 tazza di acqua fresca
1/4 lb ( 1 panetto) di burro
4 uova sbattute in una ciotola
Un pizzico di sale
Un grosso pizzico di zucchero
Portate acqua, burro, sale e zucchero a ebollizione. Togliere dal fuoco e mescolare rapidamente la farina setacciata . Tornare di nuovo al bollore per qualche minuto, mescolando, quindi fate cuocere fino a quando la pasta forma un unico impasto. Lasciare raffreddare quanto basta per tenere le uova dalla cottura e mescolate in modo molto graduale con un grosso cucchiaio di legno.
Ricoprite un vassoio con una panno e formate un tubo con l’impasto che dividerete in piccoli mucchietti della dimensione di un cucchiaio. Avrete bisogno di formare palline di pasta di piccole, medie e grandi dimensioni (cucchiaio grande, cucchiaino piccolo e di dimensione di una nocciola) per comporre una cortigiana. Cuocere in forno a 350F ( 180 C ) per circa 25-35 minuti . I dolci più piccoli è meglio metterli su un vassoio separato perché cuociono più velocemente.
Togliere dal forno e con delicatezza, fare un piccolo foro allo choux per permettere al vapore di fuoriuscire .
Il riempimento
Una volta raffreddati, choux grandi e medi, deveono essere riempiti con una crema pasticcera di cioccolato, tuorli d’uovo e zucchero.
1 tazza e mezza di latte intero
Molti pezzi grossi di cioccolato fondente
3 tuorli d’uovo
1/4 di tazza di zucchero
2 cucchiai di cacao in polvere 1 cucchiaio di farina di amido di mais per addensare.
Scaldare il latte piano piano e aggiungere il cioccolato, mescolando per scioglierlo, finchè diventa un fumante cioccolato al latte.
Sbattere i tuorli d’uovo, la farina, lo zucchero, il cacao e un paio di cucchiai di amido di mais in un impasto omogeneo. Aggiungere metà del latte-cioccolata calda alla ciotola, un po’ alla volta, mescolando continuamente. Quindi aggiungere questa mistura nel resto del latte caldo, mescolando a fuoco dolce per qualche minuto fino a quando il composto si addensa ad una crema. Togliere dal fuoco e freddo.
Assemblage
Una volta raffreddato la crema di cioccolato in una tasca da pasticcere e spingetela dentro alle palline di pasta grandi e medie.
Preparate lo zucchero a velo, un pizzico di vaniglia e il latte sufficiente per raggiungere la consistenza desiderata . Separare in 3 piccole ciotole e aggiungete del colorante alimentare per ciascuno – uno rosa, uno lavanda, uno verde pallido. Preparate anche una piccola quantità di glassa bianca.
Per assemblare una cortigiana, immergere una grande palla di pasta frolla ripieno nella glassa rosa (nel mezzo) e posizionarla su un piccolo vassoio. Ripetere con la pallina di media grandezza nella glassa lavanda e piazzatela sopra a quella rosa. Premere delicatamente così si attacca bene. Ripetere la stessa operazione con la palina più piccola nella glassa verde quindi posizionarla in cima a quella mediana. Decorare con un filo di glassa bianca, se lo desiderate. Infine posizionate una fava di cacao in cima alla torre come guarnizione .
Servite fresco.

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