giovedì 15 gennaio 2015

THE LADY - L'AMORE SCONOSCIUTO ( L. Del Santo, 2014)

Perché parlare di THE LADY in un blog che si è sempre occupato di Cinema (con la maiuscola) e Cucina (vedi sopra)? Perché l'ho promesso a qualcuno.

Bene, detto ciò, ormai la verità è evidente: ho visto TUTTA la serie The Lady-l'amore sconosciuto, il prodotto più trash e più atteso dal popolo del web. Il mio scopo, qui, non è lasciare traccia del mio giudizio né criticare il lavoro di qualcun altro (sarebbe come sparare sulla croce rossa), bensì analizzare una traccia del nostro contemporaneo più evidente, prendendo atto di un andazzo culturale ormai sedimentato. E sono ben consapevole che, nel mio piccolo, potrei contribuire ad incentivare la fama di Lory Del Santo, la sua continua richiesta di attenzioni, e magari consacrarla finalmente come l' Ed Wood del nuovo millennio. 


La trama.
Lona (Gloria Contreras) è una giovane imprenditrice, pur avendo ereditato fama, lavoro e denaro dalla morte del marito in un incidente aereo. Si occupa di moda, viaggia molto ed ogni maschio che le si avvicini non perde occasione per farle notare di quanto testosterone disponga per lei, cosa che fa inviperire il fidanzato Luc (Costantino Vitagliano).

Per la prima volta assistiamo ad una serie (o film ad episodi, ancora non lo sappiamo) in cui ogni singolo episodio ha una sigla diversa. Sì perché a rendere memorabile questo prodotto non è una OST mirata ad interpretarne gli umori, bensì una carrellata infinita di corpi modellati e figure sinuose.
Ogni episodio ha un'ambientazione diversa perché Lona viaggia spesso, e perché Lory Del Santo ci teneva a traghettare per mezza Europa la sua personale immagine del successo. Essere belle e ricche è la chiave di tutto, sembrerebbe. In realtà Del Santo prova a rendere alle sue immagini blu (sapiente è l'uso della fotografia, soprattutto nel bilanciamento del bianco) una profondità emotiva ben più complessa, che si esprime negli improvvisi monologhi della protagonista. Lona interroga chiunque sul senso dell'amore e trascorre lunghe ore, tra un cambio d'abito ed un altro, sul terrazzo a guardare l'orizzonte pensando ad alta voce.

Ogni momento è un buon pretesto per mostrare pezzi di carne umana. Nel secondo episodio è la volta degli uomini che si propongono per un ruolo di bodyguard  (encomiabile la presenza di Gigondo, nel video sotto), mentre nel terzo sarà il momento delle donne hostess-ballerine-bellapresenza, e in entrambi i casi il colloquio finisce sempre con qualcuno che si spoglia. Insomma Lory Del Santo è figlia dei suoi tempi, non sembra esser mai uscita dal tunnel del Drive In (il programma di Antonio Ricci che l'ha lanciata negli anni '80), anzi la sua carriera si è arricchita attingendo a piene mani dal panorama mediatico degli anni del berlusconismo più puro, di cui Maria De Filippi è il prodotto più evidente. Ma la Del Santo ci tiene ad affermarsi e rilanciarsi a tutto tondo rischiando ogni ruolo possibile nel suo film, tanto da essere oltre che produttrice e regista, anche sceneggiatrice, costumista, cameraman.



Di cose se ne sono dette tante e in tanti modi, ed anch'io come Daniel Montigiani nel suo articolo pubblicato da PaperStreet (leggetelo, vi prego!) vorrei azzardare un'analisi più puntuale. A persistere tra le immagini create da Lory Del Santo è il gusto attraente e disturbante del Kitsch nello Chic, quel senso interdetto tra la ricerca del bello e la rinuncia al bello. Lona/Lory cerca di mostrarsi per quello è, ma sta proprio nel suo esporsi la mancanza di comprensione, circondata da beceri individui che agiscono come scimmie ammaestrate a fare palestra e allo stesso tempo espressa da un corpo troppo bello e da riflessioni di una psicologia che non sente proprio la necessità di farsi capire. I dialoghi sono retti dal più assoluto non sense e sebbene la trama sembri avvolgersi attorno ad un lynchano nastro di Moebius, che troverà la luce solo da un'analisi a posteriori, in realtà può spiegarsi solo con un deragliamento che, in linea temporale, più che avanti, va indietro nel tempo. Se cercate un senso a The Lady, infatti, non lo troverete nell'ultima puntata (SPOILER) perché non saprete mai se c'è davvero un maniaco che la segue, né se Luc la ama davvero, né chi o cosa fossero tutti i personaggi elencati. Il senso sta nel precedente cortometraggio di Lory Del Santo, The Night Club - Osare per credere, ed è tutto concentrato nella frase finale: essere esibizionisti non è un difetto ma un pregio, l'esibizionismo fine a se stesso, dunque, che sia un corpo, un pensiero sconnesso, un sentimento.  

RICETTA
Questa volta per la ricetta attingo direttamente da un altro blogger, qualcuno specializzato nel surreale, tant'è che non gli dispiacerà un po' di pubblicità in più. Il blog è notizieimparzialiomeno.blogspot.com e la ricetta è tratta dalla "Rubrica di cucina" di Dicembre 2014.

Pollo alla piastra di Elisabetta Canalis
Prendete una fetta di petto di pollo e mettetela su una piastra o su una padella ben calda. Quando il colore della carne diventa bianco, la pietanza è pronta.

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