martedì 24 giugno 2014

GRAND BUDAPEST HOTEL (di W. Anderson, 2014)

Gustave (Ralph Fiennes) è il concierge del rinomato Grand Budapest Hotel, arroccato nella località di Zubrowka, meta assai ambita da ricchi signori e signore. Quando una delle sue vecchie amanti, Madame D., muore, il figlio della defunta farà di tutto per accusare Gustave dell'omicidio e riaggiudicarsi l'eredità di un prestigioso dipinto.

Wes Anderson è uno di quei registi con cui bisogna entrare in piena sintonia sin dall'inizio, o sarà difficile avere una seconda occasione per comprenderlo. Ogni suo film è un universo chiuso, di intimità ed innocenza, di ruoli capovolti (i bambini sono introversi e complicati mentre gli adulti appaiono spensierati ai limiti dell'incoscienza), di vite ingombranti e morti leggere. Tuttavia dopo quel piccolo capolavoro (a parer mio) di Moonrise Kingdom, Anderson sembra aver smorzato un po' i toni con Grand Budapest Hotel.

La portata visionaria resta, arroccata nell'edificio del Grand Budapest, ma è meno ingombrante del solito, nonostante i colori saturi e le scalate cartoonesche in funivia. L'impressione che si ha, guardando il film, è che il regista abbia cercato in qualche modo di ridimensionare la gravità del sentimento per amplificare la portata parodistica. Il peso della realtà, sempre incombente sui volti sagaci dei precedenti film, è tenuto a distanza dalla frontiera che più volte i due protagonisti sono costretti ad oltrepassare, qui emblematico nel grigiore delle tinte predominanti contro lo sfarzo brillante dell'hotel e dei suoi frequentatori.

Ai dilemmi esistenziali espressi tra sguardi vacui e battute ad effetto, si sostituisce un'azione più viva. Perfetto Ralph Fiennes nei panni del protagonista, animato da un'elegante ed insolita pulsione sessuale verso donne anziane, benestanti e bionde. Una sessualità ludica che gli consente di regnare incontrastato tra le mura del suo hotel, forte del beneplacito degli ultimi strascichi della ricca aristocrazia, femmina e decadente. Intorno a lui, come sempre in Anderson, una carrellata inestinguibile di volti noti della cinematografia: Edward Norton, Owen Wilson, F. Murray Abraham, Mathieu Amalric, Adrien Brody, Jeff Goldblum, Jude Law, Harvey Keitel, Bill Murray, Saoirse Ronan, Tilda Swinton, Jason Schwartzman, Léa Seydoux, Tom Wilkinson.

RICETTA
Per un film sgargiante ci vuole un dolce sgargiante. Ed ecco che Giallo Zafferano ci viene in aiuto con una rivisitazione della torta più accecante e famosa d'oltreoceano, la Red Velvet, nella versione cheesecake.

RED VELVET CHEESECAKE

Per la base:
Biscotti Digestive
200 gr
Burro
100 gr
Zucchero
di canna 2 cucchiai
Per la crema:
Philadelphia
classico 480 gr
Uova
2 medie
Fecola di patate
50 gr
Panna
fresca liquida 100 ml
Acqua
50 ml
Coloranti alimentari
in polvere rosso 1/4 cucchiaino
Zucchero
semolato 120 gr
Vaniglia
estratto 1 cucchiaino (o una 1 bustina di vanillina)
Per decorare:
Panna
fresca liquida 250 ml
Zucchero
a velo 15 gr
Codetta
di colore rosso q.b

Per preparare la Red Velvet cheesecake iniziate predisponendo il fondo: mettete i biscotti Digestive nel mixer insieme allo zucchero di canna, quindi sminuzzateli finemente. Ponete il burro a sciogliere in un pentolino a fuoco basso; nel frattempo mettete i biscotti sminuzzati in una ciotola e aggiungete a poco a poco il burro sciolto; quindi amalgamate bene il composto. Imburrate una tortiera, meglio se a cerchio apribile, del diametro di 22 cm; ritagliate un disco di carta forno dello stesso diametro del fondo della tortiera e due strisce della stessa altezza dei bordi, quindi foderate la tortiera stessa. Per questa operazione potete consultare la scheda della scuola di cucina: foderare una tortiera con carta da forno. Ora, versate i biscotti sbriciolati nella tortiera ricoperta di carta forno e con il dorso di un cucchiaio compattate bene la base di biscotto. Fate raffreddare il composto in frigorifero per 30 minuti o in freezer per circa 10-15 minuti.
Potete passare quindi a preparare la crema: ponete in una planetaria il Philadelphia e le due uova, azionate le fruste per amalgamare il composto e poi unite lo zucchero semolato. Se non possedete una planetaria potete lavorare gli ingredienti in una ciotola capiente con lo sbattitore elettrico o una frusta a mano. Aggiungete l'estratto di vaniglia e incorporate anche la panna fresca liquida a filo continuando a mescolare.
A questo punto sciogliete il colorante in polvere in 50 ml di acqua, mescolate con un cucchiaino e aggiungetelo alla crema. Se utilizzate colorante liquido o gel non è necessario scioglierlo in acqua e potete usare la quantità necessaria perchè la crema prenda il colore necessario. Amalgamate bene con le fruste e, infine, unite alla crema la fecola di patate setacciata e mescolate fino ad avere un composto rosso e omogeneo. Quindi, togliete dal frigorifero la base di biscotti e adagiate delicatamente la crema ottenuta. Abbiate cura di ricoprire uniformemente la superficie aiutandovi con una spatola. Cuocete la cheesecake in forno statico preriscaldato a 170° per circa 60 minuti (se forno ventilato 150° per 45-50 minuti).
Mentre la torta si cuoce, procedete a montare la panna per la decorazione: versate la panna liquida in una ciotola e setacciate lo zucchero a velo. Montate quindi la panna per decorare la cheesecake. Ora potete procedere a decorare la torta: terminato il tempo di cottura, estraete la cheesecake dal forno e sformatela su un piatto da portata. Lasciatela raffreddare; nel frattempo riempite una sac-à-poche con bocchetta a stella con la panna precedentemente montata e iniziate a guarnire la vostra Red Velvet cheesecake con i ciuffi di panna montata lungo la circonferenza della torta e quasi fino al centro, decorando anche i bordi. Potete terminare la guarnizione a vostro piacere, ad esempio con codette di zucchero colorate per donare un contrasto rosso vivo alla vostra Red Velvet cheesecake.

Per la ricetta completa clicca qui

lunedì 16 giugno 2014

HER (Spike Jonze, 2013)

In una Los Angeles non troppo futura, Theodore (Joaquin Phoenix) si guadagna da vivere scrivendo corrispondenze epistolari. Lui che sostiene i rapporti affettivi altrui attraverso il più antico mezzo di comunicazione, vive solo, reduce da una dolorosa separazione. L'unico legame affettivo è con l'amica Amy (Amy Adams) fin quando, sedotto dalla pubblicità, acquista il sistema operativo OS, progettato per interagire con gli esseri umani. Samantha (il sistema operativo che ha la voce di Scarlett Johansson) più che una simulazione si rivela come essere pensante, in grado di entrare in sintonia con Theodore al punto che tra i due nascerà una storia d'amore.

Spike Jonze affonda la sua sceneggiatura nella deriva solipsistica dell'individuo. Guarda ad un'umanità sempre più incompresa che ha perso lo scopo sociale e sceglie, tra tutti, un uomo solo che come gli altri lavora per delle cause perse di vista da un pezzo. Theodore è uno scrittore, il suo è un lavoro automatico come tanti ma che risponde ad un bisogno comune ed inesprimibile. Il bisogno di umanità, cresciuto man mano che la formula del sociale è stata diluita e frazionata in fin troppe unità, in troppi singoli che attraverso la tecnologia ed i social media esprimono sempre più a gran voce il proprio io. Jonze denuncia - e lo fa in modo sottile e leggero -  nell'egocentrismo sempre più straniante della civiltà tecnologica odierna, il rischio dell'alienazione e nell'alienazione un vissuto privo di consistenza. Paradossalmente la soluzione alla perdita dell'umanesimo è compensata dalla realizzazione di una macchina pensante, OS o Samantha. 

L'evoluzione di Samantha accanto a Theodore la porta a rimpiangere l'assenza della Sua dimensione corporea, tanto che proverà ad "affittare" un corpo per essergli più vicina in amore. Laddove il rischio per Jonze era di risolvere banalmente la distanza fisica tra i due esseri nell'allontanamento di Theodore, ecco che arriva a dare a Samantha il peso più ingombrante. Il sistema operativo travalica i confini dell'umanità o, meglio, ci mette di fronte all'ennesima sconfitta dell'essere umano: l'umanità non risiede nel corpo ma nella mente. La dimensione fisica in senso tattile come definizione unica di ciò che è reale, non esiste. L'essere generato nasce da un errore ontologico che vede realtà e materia come binomio unico e inscindibile, quindi sceglie di intraprendere un'altra strada, verso una ricchezza che non è (più) di questo mondo.

Her mette in campo il transumanesimo e la disumanizzazione del reale. Samantha non è un' invenzione compensativa alla solitudine dell'uomo, quanto una riscoperta della dimensione perduta dell'anima. In un futuro non troppo distante in cui la deriva materica dell'individuo ha fagocitato la parte più autentica del nostro "essere umani", è una voce senza volto a darle corpo.

RICETTA E RIFLESSIONI
Sono stata via per tanto, troppo tempo. Questo film è arrivato come un fulmine a ciel sereno, un'immersione intensa in una dimensione che stavo tralasciando. Il lavoro, la vita di ogni giorno sempre uguale a se stessa, mi hanno allontanata da quello che più amo. Il cinema, l'arte, la scrittura stavano perdendo la loro consueta consistenza e con loro stavo perdendo me stessa. Spero di essere tornata.

Bando alle ciance. Se una terribile carestia intellettuale finisse col logorarvi per quasi un anno e poi un giorno vi capitasse di guardare quasi per caso un film bello, intenso, originale come Her, cosa vorreste mangiare? Io ho preparato le lasagne al pistacchio. Non perché si sposino particolarmente bene con il mood del film, ma perché è un piatto godurioso.

LASAGNE AL PISTACCHIO
300 g di Lasagne fresche all'uovo
200 g di pesto al pistacchio
500 ml di besciamella 
150 g di formaggio dolce a pasta filata
granella di pistacchio
parmigiano grattugiato q.b.
basilico
noce moscata

Per iniziare, se non volete usare la besciamella già pronta potete farla utilizzando la ricetta che trovate qui (anche se io, per 1l di latte utilizzo 70g di burro e 70g di farina, invece che 100g, è più leggera).
Mescolate il pesto in una ciotola con 3/4 della besciamella ed aggiungete 2 cucchiai di acqua bollente. Fate cuocere le sfoglie di lasagne una ad una in acqua bollente, ed adagiate le prime 3-4 nella teglia leggermente unta con la besciamella e il pesto. Alternate le sfoglie con la crema ed il formaggio dolce. Alla fine cospargete di sola besciamella, pamigiano, noce moscata, basilico e granella di pistacchio. Coprite la teglia con l'alluminio e infornate per 20' a 180°. Prima di estrarla dal forno, scoprite la teglia e fate dorare la superficie per pochi minuti con il grill. Ed ecco il risultato.


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