sabato 24 gennaio 2015

ITALIANO MEDIO (M. Macchia, 2014)

Giulio Verme (Maccio Capatonda) sin da piccolo coltiva il desiderio di fare la differenza (e la differenziata) rispetto agli altri. Nato in una famiglia qualunque da due genitori teledipendenti, è vegano, animalista, ambientalista e vive in una casa fatta di materiali riciclati con la fidanzata Franca (Lavinia Longhi). Un giorno bussa alla sua porta Alfonzo (Herbert Ballerina), ex compagno di scuola, che gli offre una pillola in grado di portare al 2% le funzioni cerebrali. Giulio abbandona così ogni inibizione trasformandosi, per qualche ora, nella persona che sempre aveva dichiarato di odiare.

Da più di dieci anni i fan di Maccio Capatonda (sì, Marcello Macchia) attendevano un lungometraggio. Tutti guardando i finti trailer ( Mobbasta, La Febbra, Il Vecchio Conio, per citarne alcuni) si sono divertiti immaginando che si potesse trattare di film reali, ebbene proprio da uno di questi nasce Italiano Medio. Di materiale da cui attingere ce n'era in abbondanza e nel film non mancano citazioni di vecchi lavori televisivi: c'è Mariottide, c'è il Passante di Professione, c'è l'Usciere. Tuttavia non correrò il rischio di parlare di questo film solo a chi conosce Maccio Capatonda, voglio farlo anche per chi non lo conosce e rivolgermi a quelli che sicuramente diventeranno nuovi affiliati. 

In sala dal prossimo 29 Gennaio, il film sta già riscuotendo le lodi dei critici più scettici. Incentrato sulla storia di un uomo fin troppo banale nel voler essere diverso dagli altri, Italiano Medio è uno sguardo sarcastico all'Italia delle contraddizioni, quella dove si può mangiare il porco fritto ed essere vegani, non voler guardare la tv e commentare i reality sui social network, essere politicamente impegnati e dichiarare "ma che ca**o me ne frega a me?". Già dai titoli di testa (dove compare l'indimenticabile Bruno Liegibastonliegi), Maccio finge come sempre di non prendersi sul serio, ma la storia mantiene per tutta la durata una messa in scena divertente e assolutamente credibile. Amante del nonsense e dell'assurdo, l'autore farcisce il racconto di tantissime citazioni cinematografiche ( tra cui Fight Club, Arancia Meccanica, Forrest Gump, Ocean's Eleven e soprattutto Limitless), - cosa che piace sempre tanto ai critici -, e sebbene siano tante le frasi-tormentone che fanno da raccordo nelle varie scene ( aMeChemenefregaAmme, scopare, sant'Iddio) mantiene sempre lucido il proprio punto di vista: l'italiano medio non è fatto di medietas ma di contraddizioni evidenti; tra l'uomo impegnato e l'uomo menefreghista vince l'uomo furbo, quello che si adatta e fa della propria sventura un vanto. 

Maccio Capatonda gioca tutte le carte nell'opera prima e, sebbene i suoi attori non siano professionisti anzi, molti di loro non avevano mai recitato più di una frase in un video per la tv, dietro c'è un lavoro di regia assai accurato. Nel cast anche Raul Cremona, Lo Zoo di 105 e Nino Frassica che compaiono in divertenti camei. Ad emergere oltre ad una satira genuina ed intelligente, è uno sconfinato amore per il cinema ed una cultura cinematografica tecnica e teorica molto ben dosata che, seppur con qualche limite (è pur sempre un esordio) non mancherà di coinvolgere il pubblico di ogni estrazione sociale.

RICETTA
Qui la ricetta è fin troppo facile da trovare. Ovviamente l'ingrediente base sarà il "porco", perché s devi mangiare qualcosa in onore di Giulio Verme che da vegano va a farsi un panino al "Porco Sventrato", allora la ricetta non può essere che questa

8 fette di filetto di maiale
4 uova300 g di pangrattato
olio per friggere q. b.
sale
Battete le fette di filetto di maiale con il batticarne avendo l'accortezza di inserire la fetta tra due fogli di carta forno, questo vi aiuterà a non sfilacciare la carne.
Preparate, quindi, la panatura: aprite le uova in una terrina e sbattetele leggermente con un pizzico di sale con una forchetta. Versate in una terrina, o direttamente sul piano di lavoro, il pangrattato. Intanto accendete il fuoco sotto l'olio per fritture affinché possa avere il tempo di scaldarsi. Passate le fettine dapprima nell'uovo e poi nel pangrattato.Tuffate nell'olio le fettine, una alla volta per friggerle fino a doratura uniforme.Una volta fritte, prelevate le cotolette dall'olio scolandole il più possibile ed adagiatele su fogli di carta paglia o carta assorbente per asciugarle dell'unto in eccesso. Salate le cotolette solo poco prima di servirle. Servite le cotolette ancora calde accompagnandole con dell'insalata fresca e se volete, degli spicchi di limone.

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