mercoledì 21 settembre 2016

BRIDGET JONES'S BABY (di S. Maguire, 2016)

Ci risiamo. Bridget Jones è di nuovo single, ma almeno può vantare di avere un buon lavoro e una forma fisica finalmente perfetta. Decisa a lanciarsi in nuove avventure, però, si ritroverà single ed incerta sull'identità del padre del bambino.

C'è un momento nella vita di ogni donna in cui ci si ferma a pensare.
Può accadere a trent'anni, quando ci si ritrova ad essere single mentre le amiche sfoggiano le foto del loro matrimonio. Può accadere a trentacinque quando la bellezza non è sfiorita, ma per essere presa in considerazione dagli uomini servirebbero dieci anni di meno e sicuramente meno ciccia sui fianchi. O magari avviene quando i giochi sono fatti e ancora un dubbio su tutti resta: finirò col rassicurante compagno di sempre, o posso ancora permettermi di cercare l'uomo dei miei sogni? Vivrò mai un'altra notte di folle passione?

Ecco, così va anche per Bridget Jones, che si ritrova a soffiare 43 candeline senza un uomo al suo fianco. Bridget, che da più di dieci anni ha il volto di Renée Zelwegger e da più di venti ci racconta il "disagio" di essere donne.

Bridget Jones' Baby si distacca dal libro ma si riconferma un canto generazionale, una voce che celebra e acclama tutte le donne nella loro singolare e adorabile normalità. C'è anche la penna di Emma Thompson nella sceneggiatura a tratteggiare una serie di briosi aneddoti che portano la "solita" Bridget a scontrarsi in pieno viso contro il mondo di oggi, con amiche trentenni molto più sfacciate di quanto fosse lei dieci anni fa, e un gruppo di hipster a gestire il suo ufficio. E poi ci sono loro, l'amore di sempre e l'eccitante sconosciuto.

Un nuovo capitolo che, nonostante l'odore di sequel, si afferma come film del tutto nuovo. Meno british dei precedenti ma assolutamente in linea con i tempi, dove Bridget è sempre Bridget ma attorno a lei ci sono nuovi volti e nuovi tipi che rendono spassoso l'insieme (su tutti proprio Emma Thompson nei panni della ginecologa). Un film consigliatissimo a chi già conosce le peripezie dell'eroina, a chi è in cerca della sua stabilità in un mondo che non sembra mai accontentarsi, e alle nuove generazioni che non conoscono Bridget Jones ma che potranno cominciare da qui e vederla alle prese - anche - con un inedito Ed Sheeran.

Ricetta.
Probabilmente alcune di voi non sanno di cosa sto parlando, altre già sentendo nominare Bridget Jones staranno pensando "sicuramente sceglierà quella ricetta!", ad entrambe rispondo: Zuppa Blu! Sì, la zuppa drammaticamente blu che Bridget preparò a Mark Darcy per impressionarlo.
In molti si sono cimentati con questa ricetta nel tentativo di ottenere lo stesso improbabile risultato: qualcuno aggiunge del cavolo rosso, tingendo di viola il tutto, altri aggiungono del colorante solo per garantire quel tipico colore "azzurrino pasticcio".
La mia idea è di modificare la vellutata di patate e porri aggiungendo delle patate viola. Lo so, la zuppa dovrebbe essere azzurra, ma preferisco usare i coloranti solo nei dolci con la pasta di zucchero.
Dunque, ci proviamo?


ZUPPA (QUASI)BLU

1 porro
200 gr di patate pelate
400 gr di patate viola pelate
150 gr di panna da cucire (io preferisco quella leggerissima di riso)
qualche foglia di rosmarino
olio evo q.b.
sale q.b.

Togliete le foglie più esterne del porro e tagliatelo a rondelle sottili. Tagliate le patate a cubetti e mettetele in una pentola alta insieme al porro. Coprite con acqua, una manciata di sale e mettete a cuocere. Dal momento dell'ebollizione dovrebbero cuocere in circa 20/25 minuti. Una volta cotti, scolateli (tenendo da parte un po' di acqua di cottura) e frullate il tutto, magari aggiungendo un poco di acqua per rendere il composto più cremoso. Aggiungete la panna. A parte fate riscaldare l'olio a bagnomaria con il rosmarino e, se volete, con qualche granello di pepe. Versate l'olio a filo direttamente nei piatti dove avrete distribuito la vellutata, a piacere aggiungete del parmigiano e, perché no?, dei crostini.

Et voilà, la zuppa violetta quasi-blu "alla Bridget" è servita!

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