mercoledì 23 marzo 2011

IL DISCORSO DEL RE (T.Hooper, 2010)

Giorgio VI (Colin Firth) sale al trono d'Inghilterra poichè il legittimo erede, suo fratello maggiore David (Guy Pearce), ha abdicato per poter sposare l'americana pluridivorziata Wally Simpson. Ad un passo dall'entrata in guerra, il nuovo sovrano deve misurarsi con l'ingrato compito di dover rassicurare la popolazione, e con la balbuzie che lo affligge sin da bambino.

Riuscire a destreggiarsi in un film che fa, non del discorso, ma dell'attesa del discorso il perno della narrazione, non è cosa facile. I cali d'attenzione sono il rischio maggiore, in presenza di un intreccio narrativo tendente a ridursi fin troppo. 
Tom Hooper, non senza l'aiuto dello sceneggiatore David Seidler, riesce nell'intento di rendere avvolgente l'humus storico da cui prende le mosse. Ricostruisce i tratti dell'epoca con un certo gusto per la fedeltà evocativa per poi lanciarsi in giochi di regia di sapiente raffinatezza.

Le inquadrature, come in preda all'alta marea, ondeggiano verso il volto del protagonista e verso il microfono, accompagnando la sensazione di ansia ogni volta che si prospetta il momento di doversi misurare con il temibile mezzo tecnologico. Così, nei movimenti di macchina, si espone e protegge con andatura cadenzata lo spettatore immerso ed immedesimato nei panni regali del protagonista. Gli stati d'animo sono sottolineati ed arricchiti in modo originale da ambienti e tappezzerie. Ogni materia in campo concorre a sostenere la prova del sovrano, in simbiotico accordo con ogni sfumatura caratteriale dello spocchioso ed insicuro Re Giorgio mentre la fotografia lavora egregiamente sulla nitidezza e la profondità di campo.

Colin Firth è l'indifeso volto di "Be-Bertie", come lo canzona il fratello, sostenuto dall'amore della moglie (Helena Bonham Carter) e delle figlie, non troppo dissimile dal suo "dottore" Lionel Logue (Geoffrey Rush). Entrambi testardi e a loro modo stravaganti, ostacolati nelle rispettive aspirazioni, ma amati e rispettati da moglie e figli. L'amicizia tra i due nasce con accenni di moderato divertimento, che rendono speziata la ricetta di partenza. Tra canzonette e parolacce, il Re saprà come rendere degna d'ascolto la sua voce, dietro la quale da sempre si celano desideri mortali ed aspirazioni umili, ingredienti fondamentali a far grande un sovrano.




RICETTA
Alla ricetta del film vanno aggiunte le note aromatiche delle musiche di Mozart e Beethoven, che ai cultori di musica classica, non saranno di certo sfuggite. Ad una ricetta tanto aulica bisognerebbe accostare un cibo all'Altezza. Ma, poichè dell'ironia moderatamente scatologica il film fa elemento portante, la proposta è altresì ironica e mozartiana allo stesso tempo:
PALLE DI MOZART 
crema spalmabile al cacao e nocciole tenuta per una notte in frigo 450 g
60 g marzapane
30 g pistacchi
colorante verde per alimenti
 150 g cioccolato fondente
Scottate i pistacchi sgusciati per un attimo in acqua bollente, poi scolateli e strofinateli con un telo per eliminare la pellicina esterna. Frullateli nel mixer e uniteli al marzapane e a 2 gocce di colorante alimentare verde. Con le mani formate delle palline grandi quanto il nocciolo di una ciliegia. Immergete uno scavino nella ciotola di crema spalmabile e prendete una semisfera di crema. Inserite una pallina verde in questa metà e poi prelevate dal barattolo, sempre usando lo scavino, un’altra semisfera, per ottenere una sfera completa di cioccolato. Disponete le palline così formate su un vassoio foderato di carta da forno e via via mettetele in freezer. Fate fondere a bagnomaria il cioccolato fondente, infilzate una sfera alla volta in uno spiedo e immergetela nel cioccolato, ricoprendola uniformemente e lasciatele sul vassoio, stavolta in frigorifero, fino al momento di servire.

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