giovedì 15 dicembre 2011

L'ULTIMO TERRESTRE (G.A.Pacinotti, 2011)

Luca Bertacci (Gabriele Spinelli) lavora come cameriere al Bingo. Vive in un appartamento fatiscente ed è segretamente attratto dalla sua vicina di casa Anna (Anna Bellato). Non le ha mai rivolto parola, le uniche donne che frequenta sono prostitute contattate attraverso annunci. Nella sua vita non accade nulla di sconvolgente, ma presto arriva la notizia di un'imminente invasione aliena.

Gli alieni stanno arrivando sulla terra. Come potremmo sfruttarli economicamente? Costituirebbero una risorsa per il calcio? Le domande che gli ascoltatori di un programma radiofonico riescono a porre non vanno oltre. E il film comincia.
Questo di GiPi (Gian Alfonso Pacinotti, il noto fumettista, si trova per la prima volta dietro la macchina da presa, a mettere in scena un'opera tratta dal fumetto di un altro. Nessuno mi farà del male di Giacomo Monti) è un piccolo gioiello nella filmografia italiana degli ultimi anni, che guarda con occhio clinico e sarcastico agli aspetti più laidi dell'umanità. Il senso generale è pervaso dallo squallore. Corpi grotteschi si muovono al buio o sotto le luci al neon. Ogni essere umano è capace di esternare cattiveria, che si tratti di uccidere, senza alcuna ragione apparente, il gatto della propria fidanzata o di massacrare un uomo. Nessuno osa provare compassione.

In mezzo a tutti c'è Luca Bertacci, con le sue teorie ciniche sulle donne, una timidezza ai limiti del patologico e un unico amico, Roberta. Roberta è un transessuale che si prostituisce per strada. Neanche tra le prostitute esiste empatia, si muovono come corpi solitari seppur in gruppo, insultandosi per nulla. Luca è stato l'unica persona a trattare Roberta con gentilezza, è il motivo del loro rapporto. Lui le confida ogni cosa, è l'unica persona con cui non prova alcuna inibizione nell'esprimersi, nella familiarità del sentimento riesce a sentirsi libero.

Ed infine ci sono gli alieni in arrivo. Paradossalmente gli esseri che provengono da un altro pianeta suscitano meno clamore e meno ripudio di un qualsiasi essere umano. L'unica aliena visibile nel corso del film (interpretata da Sara Rosa Losilla), viene accolta ed amata dal vecchio padre di Luca (Roberto Herlitzka, come sempre impeccabile), ma non viene respinta né oltraggiata da nessuno, cosa che invece accade a Roberta. Le due figure sono paradigmi dello "straniero" inteso come "diverso", e declinate nelle sole due accezioni che sembrano possibili: il diverso ripudiato ed umiliato, ed il diverso accettato ma tenuto nascosto.
La frustrazione si fa odio che esplode nel peggiore dei modi. Nessuno sembra esserne immune, e la prima debolezza, il primo segno di cedimento è già anticipazione del peggio che accadrà. L'aliena scrive "già so come andrà a finire", e come lei tutti gli altri visitatori della nostra sfera di cattiveria. Il finale si annuncia inevitabile. Il messaggio apocalittico sta nell'affermare che l'unica salvezza o punizione è da affidarsi ad un'entità differente (superiore, se si considera il valore etico), l'umanità non è in grado di giudicarsi da sola, non è possibile una catarsi. Non ci resta che aspettare qualcuno ci porti in salvo. Uno straniero.

RICETTA
Questa volta contravverrò ai miei soliti propositi. Non cercherò una ricetta che si accordi al film, ma risponderò ad una richiesta esplicita, quella di divulgare le ricette di alcuni dei piatti che ho in programma di cucinare nelle feste natalizie. Mi è d'obbligo un ringraziamento speciale agli chef Alessandro Vassallo e Fabrizio Sepe, che mi hanno rivelato qualche piccolo segreto ed insegnato tante cose. Mi scuso per le dosi approssimative o assenti, ma mi regolo ad occhio e...sono pessima in matematica, geometria e quant'altro.
Le ricette che vi proporrò sono:
Alici ripiene e Bagna Caoda, Polipo con le patate, Astice con lenticchie di Capodanno, Gamberoni grigliati con Crema di ceci, Losanghe di spigola con indivia grigliata e uvetta.
  1. ALICI RIPIENE e BAGNA CAODA
Ingredienti:
20 alici
mozzarella
2 uova
pangrattato
olio di semi per friggere
aglio
alici sott'olio
latte
Pulite le alici, privatele della testa e della spina centrale. I filetti che otterrete dovranno essere aperti stando attenti a non dividere in due il pesce. In una ciotola sbattete le uova. Farcite le alici con dei pezzetti di mozzarella: mettete un filetto sul piano di lavoro, con la parte interna rivolta verso l'alto, adagiatevi sopra della mozzarella (non troppa, basterà un filo lungo la parte centrale dell'acciuga) ed adagiatevi sopra un altro filetto di acciuga. Tenendola ben stretta per la coda, passate nell'uovo, poi nel pangrattato la vostra acciuga ripiena. Pressate leggermente tra le mani così che il pangrattato si attacchi bene e riponete in frigo.
Per la Bagna Caoda: In un pentolino freddo mettete un pò di latte (100 ml circa) con uno spicchio d'aglio. Ponete sul fuoco e portate ad ebollizione. Appena il latte bolle, toglietelo dal fuoco, buttate via il latte ma conservate lo spicchio d'aglio. Ripeterete l'operazione (con lo stesso spicchio d'aglio) altre due volte. L'ultima volta conservate anche il latte. In un pentolino fate sciogliere le alici sott'olio (5-6 filetti) a fuoco dolce, aggiungete l'aglio precedentemente sbianchito nel latte, rosolate leggermente e aggiungete il latte in cui era contenuto l'aglio. Fate cuocere pochi minuti, infine frullate tutto.
Togliete dal fuoco le alici e friggetele in olio caldo. Asciugatele dell'olio in eccesso e servite calde, accompagnate dalla bagna caoda (calda, ovviamente) in una ciotolina a parte.
2. POLIPO CON PATATE
Un polipo
 6 patate
una carota
una costa di sedano
foglia di alloro
bacche di ginepro
olio
sale
pepe nero
Questa ricetta è semplicissima. L'unica attenzione richiesta sta nei tempi di cottura ed in qualche piccola accortezza (cercate di tagliare le patate a quadratini della stessa grandezza, così che tutte rispettino gli stessi tempi di cottura).
Portate ad ebollizione in una pentola capiente dell'acqua con sedano, carota, alloro e ginepro. Tenendo il polipo (già pulito) dalla testa immergete 3-4 volte i tentacoli nell'acqua bollente, facendoli arricciare. Dopodiché immergete tutto il polipo e lasciate cuocere per circa 20-30 minuti (a seconda della grandezza, se si tratta di un polipo da 1 kg, lasciatelo cuocere fino a 40 minuti).
Intanto tagliate le patate a quadratini di 1,5 cm circa. Bollitele stando attenti a non cuocerle troppo, dovranno restare sode senza disfarsi. Acottura ultimata scolatele ed unitevi il polpo di cui avrete affettato i tentacoli a rondelle non troppo grandi (più o meno quanto i cubetti di patate), la testa a julienne. Unite il tutto, condite con olio, sale, pepe (se volete prezzemolo) e servite tiepido.
3. ASTICE CON LENTICCHIE DI CAPODANNO
Due astici
500g di lenticchie
Una carota
Una costa di sedano
Una cipolla bianca
Un bicchiere di cognac
olio
sale
Per le lenticchie: Tagliate finemente sedano, carota e cipolla e rosolate in una pentola alta con poco olio. Quando la cipolla comincerà a "sudare" aggiungete le lenticchie e una foglia di alloro. Ricoprite di acqua e lasciate sobbollire per 45 minuti ca. Se l'acqua si asciuga troppo, aggiungetela di tanto in tanto, a piacere potrete aggiungere dei pomodori pelati poco prima di mettere le lenticchie e l'acqua in pentola. Poco prima della fine della cottura, salate.
Prima di cuocere l'astice preparate un Court Bouillon, ossia un "brodo" i cui in gredienti sono: 2,5 l di acqua, 700ml di vino bianco secco, 250 ml di aceto di vino bianco, 2 carote tagliate grossolanamente, 2 cipolle, un mazzetto aromatico (alloro, gambi di prezzemolo, timo), 1 cucchiaino e mezzo di sale, 2 cucchiaini di pepe nero. Immergetevi l'astice (dovrebbe essere vivo...ma io non me la sento di compiere una tale barbarie!) e riportate a bollore. Lasciate cuocere 5 minuti se il vostro astice non pesa più di 450 g, altrimenti lasciate cuocere altri 3 minuti.
Per estrarre la polpa, tagliate il vostro astice lungo la corazza, poi estraete la polpa dalle chele e tenete da parte la carcassa (se vi riesce di non distruggerla). In una padella fate sciogliere un pezzettino di burro, sfumate con del cognac e fatevi saltare brevemente la polpa di astice. 
Adagiate la carcassa sul piatto, con dentro la polpa saltata al cognac. Servite su letto di lenticchie (se troppo brodose "alzatele" dal loro brodo con una schiumarola)
4. GAMBERONI GRIGLIATI CON CREMA DI CECI
Gamberoni interi
ceci
aglio
rosmarino
acciughe sott'olio
olio d'oliva
Bollite i ceci in acqua con sale, aglio e rosmarino. A fine cottura, quando l'acqua si sarà ritirata a sufficienza, in poco olio soffriggete l'aglio, aggiungete 2-3 filetti di acciughe ed unite ai ceci. Passate o frullate il tutto. A parte grigliate i gamberoni interi (basteranno pochi minuti). In un piatto versate qualche cucchiaio della salsa di ceci sulla quale adagerete i gamberoni. Condite con prezzemolo tritato, un filo d'olio e una leggera spolverata di pepe (o paprika dolce)
5. LOSANGHE DI SPIGOLA CON INDIVIA GRIGLIATA E UVETTA
Due spigole
4 cespi di indivia belga
uvetta sultanina
pinoli
olio
marsala
Spinate le spigole, privandole della testa e della spina centrale. Asciugate e tagliate a losanghe (ottenendo dai vostri filetti delle forme romboidali). In una padella scaldate poco olio. Quando sarà ben caldo adagiatevi sopra le losanghe facendo friggere il lato con la pelle (fate attenzione: se la spigola è fresca, a contatto con l'olio caldo la carne tenderà ad arricciarsi. Quindi spingete la losanga contro la padella evitando che si inarchi. Appena la pelle avrà assorbito l'olio, potrete lasciare la presa e far cuocere la spigola). Non capovolgete le fettine di spigola, così facendo le losanghe saranno croccanti dal lato della pelle, ben cotte e morbide nella carne. Appena la polpa sarà cotta (quando la parte rosa della carne sarà quasi del tutto scomparsa e la pelle sarà croccante e dorata) togliete dal fuoco e ponete su carta assorbente.
A parte mettete a mollo dell'uvetta in un bicchierino di marsala. Private le indivie delle foglie esterne tenendo il cuore e grigliatelo. In una padella scaldate poco olio, aggiungete i pinoli e l'uvetta strizzata, un goccio di marsala per sfumare, infine i cuori di indivia. Saltate per pochissimi minuti, servite con le losanghe di spigola calde.

4 commenti:

  1. Credo che a fronte delle buone intenzioni, a capodanno ti toccherà "u'panuzzu cca meusa".
    Traduzione: il panino con la milza (una vera sch....).

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  2. E invece no! Al massimo mi toccheranno cantucci e vin santo....Capodanno me lo passerò a Volterra!

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  3. ...e sempre milza sarà! di cinghiale, ma milza.

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  4. Ho avuto la fortuna e il piacere di partecipare al dibattito con il regista di questo film e, a mio parere, come film d'esordio è molto buono.
    Da quanto posso aver capito io, gli alieni rappresentano la metafora di qualcuno/qualcosa di superiore e sono l'unica salvezza per un essere umano che, volente o nolente, esprime il suo lato peggiore nei rapporti con gli altri. La necessità di un equilibrio ormai perso, non per forza in un futuro lontano, tant'è vero che è difficile contestualizzare il periodo di ambientazione del film (che potrebbe essere tanto 30 anni fa, quanto tra 30 anni, quanto proprio ora), questo equilibrio arriva da una donna: una donna perfetta, non succube, non forzatamente buona per il troppo amore.

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