mercoledì 26 ottobre 2011

MELANCHOLIA (L. von Trier, 2011)

Justine (Kirsten Dunst) sposa l'uomo che l'ama ma la depressione che l'affligge le impedisce di godere della festa organizzata dalla sorella Claire (Charlotte Gainsbourg). Intanto un enorme pianeta, Melancholia, sta avvicinandosi pericolosamente alla terra, rischiando la collisione. Sebbene molti scienziati neghino tale probabilità, le due donne percepiscono l'imminente fine.

Sarebbe scontato parlare di Melancholia partendo da un riferimento al precedente Antichrist (http://unfilmperdessert.blogspot.com/search/label/Antichrist). Lars von Trier, che lo si ami oppure odi, è un autore con la maiuscola, e nella complessa orchestrazione della sua opera tornano leit motiv e stilemi riconoscibili. Melancholia si iscrive nel processo di costruzione poetica di von Trier (e detta così sembra chissà che!) che affonda in quel lungo periodo di depressione che aveva preceduto Antichrist e si allunga verso una più consapevole e pessimistica visione del mondo.

Melancholia è un disaster movie, sì, ma ancora una volta la catastrofe cui fa riferimento il regista non ha a che fare con effetti speciali e rocambolesche scene di salvataggi ed esplosioni, ma una catastrofe che riguarda l'umanità, che l'aggredisce intimamente dall'interno. In primo piano ci sono Justine e Claire. Due sorelle apparentemente diverse. La prima depressa, apatica e disillusa. La seconda aggrappata al ruolo di madre e moglie, impegnata a mantenere il decoro e l'ordine garantitole dalla figura del marito.

Il film si apre con le note di Wagner ed un prologo che mette insieme il sogno e la realtà degli eventi, Justine vestita da sposa come Ofelia nelle acque del fiume nel quadro di Millais, Claire che corre portando in salvo il figlio, ed i piedi che affondano pesanti nel terreno. Von Trier ci introduce alla disarmante bellezza pittorica del disastro, al sublime kantiano in un certo senso, prima di entrare nel primo capitolo del film.

Justine e Claire rispondono agli splendidi ritratti di donna che Lars von Trier ha disegnato per tutta la sua carriera. Donne passionali, unici esseri in grado di vivere e gestire le emozioni. Justine fugge l'ordine e la razionalità della superficie delle cose, persino la sua festa di matrimonio non le suscita alcun interesse. Ad attrarla è solo la stella che si avvicina pericolosamente alla terra, quella "malinconia" che sta per colpire il mondo. Claire tiene a bada l'ansia con i farmaci, e si rifugia nelle certezze del marito cercando un ordine da imporre alla propria indole.

Dunque ancora una volta per von Trier i personaggi si dividono tra razionalità e passione. Le donne sono passione, natura, disordine. Gli uomini cercano la scienza, l'ordine, il decoro. Se questi ultimi prediligono il calcolo e l'apparenza, sono le donne a vedere oltre, a capire (Justine dice "io so, perchè sento le cose"). Il marito di Claire porta con sé il fallimento delle sue certezze, il fallimento dell'umanità che ha provato a governare la natura. Non è un caso che il percorso di Melancholia segua uno schema scientificamente credibile per poi tornare indietro ed abbattersi sulla terra in maniera del tutto inaspettata. La melanconia romantica è desiderio e timore, una forza incontrollabile su cui l'uomo non ha potere. Metafora della depressione che affligge Justine, e della potenza distruttiva che l'uomo ha in sé.

RICETTA

Una curiosità sul film. Prima di Kirsten Dunst, Lars von Trier aveva proposto la parte a Penelope Cruz, la quale aveva rifiutato per girare l'ennesimo capitolo de I Pirati dei Caraibi. Questa è la curiosità, ma la chicca sta nei credits del film. Alla fine dei titoli di coda, in cima alla lista dei ringraziamenti voluti dal regista indovinate un pò chi c'è? Sì, proprio lei, Penelope Cruz.
Ma ora bisogna scegliere una ricetta da accordare al film. Se la terra è davvero destinata a morire perchè i terrestri non apprezzano la vita, che apprezzino almeno il buon cibo! .... e magari ci salviamo in extremis....

ANATRA CON PISTACCHI
un'anatra di circa 1/5 kg
pancetta tesa o lardo a fette sottili 100 g
prosciutto cotto in una sola fetta 150 g
pistacchi sgusciati 30 g
un bicchierino di cognac
sherry 1 dl
sale
pepe
Eliminate tutta la pelle e le parti grasse dell'anatra. Separate i due petti lasciandoli interi e disossate il resto usando l'apposito coltello a lama lunga e sottile, avendo cura di lasciare intera la carne del petto. Mettete tutta la carne, compresi i petti, in una ciotola e irrorate con lo Sherry e il Cognac. Fate marinare per un'ora.Scottate i pistacchi per qualche minuto in acqua bollente. Scolateli, lasciateli intiepidire e sbucciateli (basta premerli tra le dita). Tagliate il prosciutto a striscioline. Scolate bene la carne e riducete quella del petto a strisce di un centimetro. Macinate tutta quella rimasta, salate, pepate e aggiungete i pistacchi. Tappezzate uno stampo piccolo con le fette di pancetta lasciando che dai bordi ne esca qualche lembo. Alternate gli strati di carne macinata con le fettine di petto e di prosciutto. Ripiegate i lembi di pancetta sull'ultimo strato e coprite la terrina con un foglio di carta stagnola. Cuocete a bagnomaria nel forno già caldo a 180° per un'ora e un quarto. Sfornate, sistemate sopra un peso e fate raffreddare nella sua acqua. Poi riponete in frigorifero per alcune ore. Capovolgete lo stampo e tagliate il composto a fettine. Per contorno potete preparare delle fettine di mele fritte spolverate di cannella.

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