martedì 5 aprile 2011

BORIS- Il Film (G. Ciarrapico, M.Torre, L.Vendruscolo, 2011)

Forse se non si guarda Boris con gli Occhi del Cuore, lo si apprezza in modo diverso. Certo è che il film è il punto di arrivo inevitabile della "fuori-serie" che per tre stagioni ha appassionato gli spettatori, passando da fenomeno di nicchia a vero e proprio cult televisivo. La serie che ha fatto baluardo della satira sociale, che ha messo in campo la rete malsana che sta dietro gli schermi e gli abbagli pubblicitari, ora si avventa sul cinema. 


Il regista René Ferretti (Francesco Pannofino) abbandona il set dell'ennesimo serial televisivo quando la rete gli impone di riprendere il giovane Ratzinger (interpretato dal divo Stanis LaRochelle-Pietro Sermonti) che corre in un campo al ralenti, gaio per la scoperta di un vaccino. Riducendo tutti sul lastrico, René si chiude in casa deluso da se stesso e depresso. Finché gli viene proposto il salto di qualità: girare un film tratto dal bestseller politico La Casta, affiancato finalmente da validi collaboratori. Ma l'eccellenza cinematografica sarà forse solo un abbaglio, perché i veri soldi -e sempre di quelli si tratta- si fanno con il cinepanettone.

Accompagnato da un nuovo tormentone musicale, firmato ancora da Elio e le Storie Tese, Boris approda al cinema in gran forma. Rivive la satira pungente della prima stagione televisiva e la sfida del grande schermo non sembra nuocergli. Alle figure già note ed amate dei divi Stanis (fantastico nel tentativo di interpretare inspiegabilmente Gianfranco Fini) e la "cagna maledetta" Corinna (Carolina Crescentini), l'assistente integerrima Arianna (Caterina Guzzanti), gli stagisti Alessandro (Alessandro Tiberi) e Lorenzo (Carlo De Ruggeri), il tecnico coatto Biascica (Paolo Calabresi), il direttore della fotografia cocainomane Duccio (Ninni Bruschetta), la segretaria d'edizione alcolizzata Itala (Roberta Fiorentini), gli sceneggiatori democratici e molti altri, si aggiungono la divertente Marilita Loy, attrice bravissima ma eccessivamente insicura, parodia dichiarata di Margherita Buy, e l'attore Francesco Campo, talentuoso, libero da agganci politici vari ma legato ad un vizio letale.

Se la materia d'indagine del film si muove sul filo dello svelamento della politica delle raccomandazioni, dei monopoli cinematografici, della limitata libertà espressiva dell'arte in Italia; il fatto che arrivi nelle sale insieme al successo di altre commedie di satira sociale, lascia intravedere un barlume di speranza sul pericolo a cui va incontro il cinema nostrano. Il volto di René Ferretti di fronte al fallimento è la risposta di chi vede la realtà buia dietro il contentino momentaneo, un ennesimo ritratto d'artista indisposto dagli eventi e dalle dinamiche del mercato, consapevole che dietro ogni compromesso c'è un principio etico che muore.

Dopo la TV c'è il cinema, dopo il cinema la Radio e poi la Morte.
RICETTA
Un inno all'italianetà, festeggiamo BORIS con un piatto di  
Spaghetti all'Amatriciana
Spaghetti
Sugo di Pomodoro
Guanciale a cubetti
pepe nero
peperoncino
olio
sale 
vino bianco

Tagliate il guanciale a cubetti, privandolo della cotenna. Soffriggete in poco olio. Fate cuocere un pò con il peperoncino e poi sfumate con del vino. Quando si sarà asciugato togliete il guanciale dalla pentola e fate cuocere, nello stesso fondo di cottura, il sugo di pomodoro. Bollite e scolate gli spaghetti. Riversateli nella padella con il sugo, aggiungete nuovamente il guanciale e saltate in padella per pochissimi minuti. Pepate e condite con il pecorino.

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