martedì 13 luglio 2010

LA PRIMA COSA BELLA


Anna Nigiotti in Michelucci (Micaela Ramazzotti/Stefania Sandrelli) è una donna molto bella, madre di due bambini, Bruno e Valeria. La gelosia assillante del marito la porta a fuggire di casa con loro Peregrinazioni notturne e ricoveri di fortuna fanno da sfondo alle vicende di una donna ingenua e sognatrice nella Livorno degli anni '70, per poi ritrovare gli stessi personaggi, trent'anni dopo, a fare i conti con la propria vita.

Nei film di Virzì si concentrano l'infanzia, il sogno, la vita. In mezzo a tutto ciò si annidano riflessioni e scoperte su quello che ci lasciamo alle spalle o che ancora è da venire. Una melodia dolceamara, già predominante in Tutta la Vita Davanti (2008), pervade anche quest'ultimo film.
Sebbene metta in scena la sua personalissima Livorno, e nella figura di Anna Nigiotti si annidi la personalità della signora Franca, la madre del regista, Virzì riesce a trasformare il tutto in "patrimonio comune". Livorno diventa il luogo da cui si fugge per poi voler tornare quando la vita è ancora più difficile, inspiegabile oasi dell'infanzia, della leggerezza lasciata sul cammino. Anna è "la prima cosa bella" della vita di ogni bambino, il modello da ammirare e da fuggire.
Un appassionante Valerio Mastandrea dà prova delle sue virtù abbandonando l'accento romano per quello livornese. In questa metamorfosi rende vivo il presentimento che la storia raccontata sia la storia di tutti, che l'accento è un accento qualsiasi, che la città è una delle tante città lasciate per studiare, lavorare, o semplicemente cambiate agli occhi di chi le ha sempre vissute. Perchè si può anche lasciare un luogo senza mai abbandonarlo fisicamente.

La struttura del film è giocata sull'alternanza temporale tra l'oggi ed i ricordi che coinvolgono i protagonisti, dal 1971 agli anni dell'adolescenza di Bruno. Due dimensioni che si intrecciano senza mai disturbare, dialogando tra loro. Virzì è uno sceneggiatore eccellente e lavora con ottimi alleati, tra cui Francesco Bruni e Francesco Piccolo. Inoltre la scelta degli attori è impeccabile. Sotto la sua linea guida prendono forma personaggi ben definiti, nessuno secondario. Così risulta assai piacevole seguire Micaela Ramazzotti sulle orme della Stefania Sandrelli di Io la conoscevo bene ( A. Pietrangeli, 1965), e vedere la Sandrelli in un ruolo che ne consacra ed esalta i precedenti. Di Valerio Mastandrea si è già parlato, ma accanto a lui Claudia Pandolfi dà vita alla sorella Valeria. Apparentemente soddisfatta e sicura di sé, vediamo una donna che allo stesso tempo ha conservato l'ingenuità e l'insicurezza della protagonista bambina. E ancora troviamo Marco Messeri, Paolo Ruffini, Fabrizia Sacchi, Dario Ballantini... tutti impegnati in una coralità mai scontata e ben misurata.
Insomma, un film che conferma Virzì nella schiera dei pochi autori della cinematografia italiana, catartico come un bagno a mare nelle acque di Livorno.


Credo che la scelta della ricetta questa volta non abbia bisogno di spiegazioni. Infatti si tratta de
IL POLPETTONE DI MIA MADRE
ingredienti
500g di carne tritata
250g di mollica di pane
4-5 uova
formaggio tipo silano
parmiggiano grattugiato
50g di prosciutto cotto o mortadella
spinaci lessi
pepe
sale
olio
prezzemolo
farina
sugo di pomodoro e basilico

Condite la carne tritata con sale, prezzemolo, un pizzico di pepe. Aggiungete la mollica di pane ed amalgamate il tutto impastando con le mani. Aggiungete 1-2 uova all'impasto. Con le uova restanti fate una frittata di spinaci lessi e parmigiano grattugiato (dovrà essere abbastanza sottile da poter essere arrotolata nel polpettone). Appena si sarà intiepidita, dividete l'impasto di carne in due parti. Adagiatele su un piano di lavoro e schiacciate con le mani. Al centro ponete un trancio di frittata, adagiatevi sopra 1-2 fette di prosciutto o mortadella ( a seconda delle preferenze) e qualche cubetto di formaggio. Chiudete i polpettoni facendo attenzione che il ripieno non fuoriesca. Passate i polpettoni nella farina e friggere in poco olio rigirandoli spesso. Quando si saranno dorati all'esterno calateli nel sugo di pomodoro bollente (che avrete tenuto a fuoco basso per tutta la durata della preparazione) per 45-60 minuti. Il tempo di cottura sarete voi a deciderlo in base alla consistenza del sugo desiderata.

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