martedì 12 ottobre 2010

INCEPTION, I LABIRINTI DELLA MENTE...

Dom Cobb (Leonardo DiCaprio) è un maestro dell'estrazione: entra nella mente delle persone dormienti per rubarne i segreti. Ma la missione decisiva a segnare una svolta radicale nella sua vita sarà quella di compiere il procedimento inverso, impiantando un'idea anzichè estrarla. L'impresa porterà Cobb a confrontarsi in primo luogo con se stesso, esponendolo a pericoli estremi che hanno a che fare con il suo passato.

Il sogno è un mondo in cui cercare rifugio, un mondo che dapprima diviene droga, poi necessario alla sopravvivenza. L'euforia chimica da illusione, già sperimentata in film come Existenz (D. Cronenberg, 1999) o Strange Days (K. Bigelow, 1995), è rintracciabile in ogni insenatura della civiltà contemporanea sotto forma di droghe digitali come second life, di dipendenze informatiche dai social network, di un interesse ossessivo per i reality show. E Chistopher Nolan ne è consapevole, e dirige il suo film con precisione matematica, calibrando ogni pezzo e calcolando ogni dettaglio, tutto su un sostrato di apparente squilibrio temporale.

Ed i sogni di Nolan prendono spunto dal cinema (i Bond Movies; Kubrick...) e dall'arte (il surrealismo di Escher e Dalì) e all'arte ritornano come unica certezza di una realtà esterna nelle note di Rien de Rien di Edith Piaf; per nascere hanno bisogno di un architetto, di un chimico, di un falsario. Ogni minimo dettaglio è progettato ed impresso sulla memoria collettiva del pubblico. Elementi riconoscibili, invenzioni fantastiche e quant'altro contribuiscono a gettare lo spettatore in uno stato di trance che del sogno riprende i meccanismi, confondendolo ed imprigionandolo. Il regista rifiuta l'uso del digitale e del 3D proprio per rendere il delirio visivo ancora più reale. E ci si trova catapultati a Parigi, Tokio, Los Angeles, in Canada, in Marocco tra luoghi già visti e percezioni distorte ed inquietanti, proprio come nei sogni.

Arianna (Ellen Page) srotola il filo all'interno del labirinto, e Teseo è lo spettatore stesso. Cobb (Leonardo DiCaprio) crea il suo labirinto dal quale non vuol essere salvato, lui è il minotauro che non è consapevole della propria voracità. Crea una prigione attorno a sè nella quale attrae gli altri.
Muovendosi nella direzione già tracciata da Shutter Island, in un viaggio che lo conduce sempre più verso le profondità indistinte dei sentimenti e della mente, DiCaprio perde un pò di forza nel reinterpretare conflitti così vicini ma emerge ugualmente, sostenuto da un cast all'altezza del compito.

Come un odierno Méliès, Nolan accompagna lo spettatore sulla soglia dei suoi mondi, lo tiene per mano per poi spingerlo con violenza oltre il confine con l'immaginario. Perchè l'idea è un virus impossibile da estirpare, e cresce al di fuori della mente, costruisce mondi ed infetta tutto ciò che conosciamo. Il virus di Cobb è Mal (Marion Cotillard). Come in Eternal Sunshine (vedi http://unfilmperdessert.blogspot.com/2010/07/infinita-letizia-della-mente-candida.html) la mente di Cobb è infetta dal senso di colpa, dalla perdita insopprimibile di qualcuno che neanche lui può ricreare. Come lui stesso confida al simulacro di sua moglie, l'unica creazione che gli è possibile è una brutta copia, una Mal distorta e costruita sui sensi di colpa e il dolore. Così, sul finale del film appare del tutto superfluo interrogarsi sulla dicotomia realtà/sogno. Non occorre sapere se la trottola cadrà o girerà in eterno perchè in fondo la realtà deve avere la sicurezza di un rifugio, e non c'è rifugio in cui non trovi posto il sogno. E il sogno, l'idea, è un virus inestirpabile.



RICETTA
Non so perchè, ma guardando il film, la prima cosa che ha colpito la mia attenzione è stata la scelta del nome Arianna per l'architetto del labirinto da impiantare nella mente di Fischer (Cillian Murphy). Questo particolare ha evidentemente richiamato alla mia mente le letture intorno alla mitologia greca che tanto mi hanno appassionata. Credo che sia lo spunto giusto per poter individuare una ricetta che completi questo film. Ovviamente non si tratterà di cucinare la carne di giovani donne e di sette giovani uomini ateniesi immedesimandoci nei panni del minotauro. Ma, ad affascinarmi, da sempre della mitologia, è stata la particolare attenzione riposta nella descrizione e nella ricerca dei piaceri. Quindi, la ricetta di oggi prevede un succulento dolce di origine greca che ho trovato su http://www.ricettepercucinare.com


PICCOLI CAKE ALLO ZENZERO CON SALSEdosi per 1 persona:
Per I Cake
100 gBurro,
120 g Zucchero A Velo,
80g Farina,
40g Cioccolato Fondente,
30g Fecola Di Patate,
20 g Zenzero Fresco Grattugiato,
1 Uovo,
3 Tuorli D'uovo,
1 Cucchiaino Lievito Per Dolci,
Burro E Farina Per Gli Stampini,
Scaglie Di Mandorle E Panna Per Decorare,
Per La Salsa Al Cioccolato
100 g Zucchero,
100 g Cioccolato Fondente,
Per La Salsa Al Mango
150 g Polpa Di Mango
100 g Zucchero

Per preparare i cake, montate il burro con 100 g di zucchero a velo, lavorando con una frusta o con lo sbattitore elettrico, fino a ottenere un composto omogeneo e cremoso. Sempre lavorando, incorporate quindi lo zenzero grattugiato, l'uovo, i tuorli uno alla volta, il cioccolato fuso, freddo e infine la farina setacciata insieme con la fecola e un cucchiaino di lievito. Imburrate e infarinate 12 stampini per creme caramel, riempiteli fino a due terzi con l'impasto preparato, distribuendolo equamente, quindi infornateli a 170 gradi per 25 minuti. Preparate intanto la salsa al cioccolato: fate bollire per 2 minuti 100 g d'acqua con lo zucchero, poi aggiungete il cioccolato fondente tagliuzzato e, mescolando, lasciatelo sciogliere in modo da ottenere una salsina cremosa. Per la salsa al mango, invece, sarà sufficiente frullare la polpa del frutto con lo zucchero. Sfornate i cake allo zenzero, sformateli, disponeteli nei piattini da porzione, spolverizzateli di zucchero a velo e serviteli tiepidi, accompagnati con una cucchiaiata di ciascuna salsina, un ciuffo di panna montata, scagliette di mandorle e, volendo, anche guarnizioni di cioccolato.

7 commenti:

  1. Mi hai davvero stupito con questa recensione, davvero bella.
    Il film mi è piaciuto tantissimo ed ammiro il lavoro di Nolan capace di prendere un insieme di tematiche già viste e già sfruttate di altri film come hai detto tu, rielaborandole con originalità e freschezza, dando sempre vita ad opere fortemente personali.
    Sono uscito dal cinema pieno di interrogativi e pensieri . Un film su cui discutere (in positivo). Geniale e appassionante.
    Colonna sonora da oscar, hans non si smentisce mai.
    Uscire dal cinema soddisfatti non ha prezzo

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  2. Grazieee!!!A me ha colpito la tua irrefrenabile passione per le musiche di Hans Zimmer. :-) Il tuo commento, poi, ha un chè di cinefilo che sta uscendo allo scoperto...presto scriverai anche tu delle recensioni con noi! :-)
    Baci e grazie per la fedeltà alla sezione "commenti". :D

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  3. "Cobweb" in inglese significa "ragnatela". La cosa è, secondo me, tutt'altro che casuale...

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  4. Grande!Non c'avevo pensato ... in realtà non ne avevo la più pallida idea. Come direbbe Mario Sesti: in questo film c'è un segreto.
    Neanche tanto segreto ... basta un pò di perspicacia a smascherarlo. :-) Basta, me la canto e me la suono.

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  5. Bella recensione (e bel blog, pieno di articoli interessanti quanto godibili alla lettura, per nulla criptici e pretenziosi...).
    Condivido totalmente il riferimento alle "droghe digitali contemporanee" quale referente principale dei sogni di INCEPTION. Pure io ho cercato di sviluppare un'idea analoga in una recensione che ho postato recentemente sul mio blog, ponendo però l'accento sulla dimensione simulacrale degli universi digitali cui fai riferimento tu (internet e il web, in prima battuta) piuttosto che sulla "dipendenza/attrazione primordiale" che questi stessi universi originano. (Ipercalzante, a proposito, il tuo riferimento al film di Gondry...).

    Saluti!

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  6. Bella recensione (e bel blog, pieno di articoli interessanti quanto godibili alla lettura, per nulla criptici e pretenziosi...).
    Condivido totalmente il riferimento alle "droghe digitali contemporanee" quale referente principale dei sogni di INCEPTION. Pure io ho cercato di sviluppare un'idea analoga in una recensione che ho postato recentemente sul mio blog, ponendo però l'accento sulla dimensione simulacrale degli universi digitali cui fai riferimento tu (internet e il web, in prima battuta) piuttosto che sulla "dipendenza/attrazione primordiale" che questi stessi universi originano. (Ipercalzante, a proposito, il tuo riferimento al film di Gondry...).

    Saluti!

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  7. Grazie!
    Ho letto il tuo articolo e trovo molto interessante il tuo punto di vista. Se la mia analisi è pressoché decostruttiva, la tua individua e poi va al fondo della metafora portandone a galla il significato. La riconoscibilità dei luoghi del sogno, tuttavia distorti dall'inconscio, ritorna evidente in una chiave di lettura politica e "globalizzata" come quella da te proposta. Noi pensiamo per immagini -parafrasando malamente Aristotele- e nella civiltà delle immagini "a buon mercato" e del bombardamento visivo, il sogno non può trascendere di molto la realtà che subiamo continuamente. Quindi anche i mondi ricostruiti e gli incubi più astrusi attingeranno sempre ad immagini e situazioni vicine e ben riconoscibili.

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