mercoledì 1 dicembre 2010

SHADOW (F.Zampaglione, 2009)

David (Jake Muxworthy), reduce dalla guerra in Iraq, decide di andare in montagna per dedicare il riposo alla sua passione di biker. In una locanda incontra per la prima volta Angeline (Karina Testa) che difende dalle avances moleste di due cacciatori poco raccomandabili. Per questi ed altri motivi, i due ragazzi saranno letteralmente braccati dai cacciatori, sebbene ben presto scopriranno che la zona della montagna denominata The Shadow, nasconda pericoli ben maggiori.

Contaminazioni à gogo in un horror che strizza l'occhio ai padri italiani del genere.  La figura oblunga di Nuot Arquint risorge come spauracchio dell'espressionismo tedesco. Un mostro interessante, che si vede nei panni della morte (e qui ci sta proprio Il Settimo Sigillo di Bergman con tanto di falce e cappuccio, mentre l'inseguimento in macchina nel buio del bosco ricorda il videoclip dei Radiohead, Karma Police) e riprende le vittime con la cinepresa. Perché per partecipare all'orrore si serve del medium che lo ha veicolato, e ribadisce il concetto nella metafora allusa dell'occhio obbligato a guardare, senza palpebra. Inoltre custodisce una cineteca documentaria sugli abomini dell'umanità che fa dell'immagine cinematografica di repertorio un'icona divistica del male.
I buchi neri della storia siglati sulle pizze delle pellicole, e poi l'Iraq, la foto di Bush tra Hitler e Stalin, i corpi sparuti dei deportati ebrei ... il film preme un pò troppo sulla denuncia storica che finisce per essere ridondante.
Fatta eccezione dei momenti "malati" in cui il mostro lecca rospi e si eccita con l'odore di carne bruciata, purtroppo il resto giace in sospeso. Slitta sulle corde del genere ma non affonda in nessun punto. Brevissimo nella durata, avrebbe potuto convincersi di più, mentre il finale smorza ogni possibile ripresa di pathos orrorifico facendo ciò che mai un film dovrebbe fare: spiegarsi. 
Guerra e senso di colpa tolgono troppo fiato all'orrore, se invece ci fosse stato un dialogo tra questi elementi sicuramente le buone intuizioni profilatesi nel corso della narrazione avrebbero trovato seguito. Tuttavia, al secondo tentativo di regia, Zampaglione sembra determinato a promettere dei buoni risultati. Aspettiamo fiduciosi.

RICETTA
Per un horror ci vogliono dei sapori forti. In questo caso doppiamente forti perché si tratta di un horror che manca di spezie, quindi bisogna sopperire ad una mancanza. Un piatto al sangue...
FILETTO DI MANZO IN SALSA DI NOCI
4 filetti di manzo di almeno 200g l'uno
panna da cucina
gherigli di noci q.b.
parmigiano grattugiato
farina
burro
pepe
sale
Infarinate i filetti e cuoceteli nel burro, lasciandoli al sangue. Salateli, pepateli e teneteli al caldo. A bagno maria fate scaldare poco burro, un cucchiaio di panna da cucina, il parmigiano e le noci tritate. Versate la salsa calda sulla carne e servite.

8 commenti:

  1. Il "mostro" è impressionantemente uguale a Giovanni Lindo Ferretti...........

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  2. non sono daccordo con la rece. Finalmente un horror con un po di contenuto e significato. basta con sti zombacci e omicidi senza ne capo ne coda. zampaglioni e' stato davvero grande!!!!!

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  3. Certamente, ma quanto sarebbe stato più bello se, invece che spiegare il finale, avesse portato all'estremo la tensione?!? Magari con un colpo di scena più deciso, che non doveva per forza riguardare zombacci e omicidi (la tortura è molto più d'impatto che l'omicidio).E' un buon film, ma poteva fare meglio, senza tradire la trama né lo stile.

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  4. direi che tutto puo' essere migliorabile, anche il tuo blog, per carita'..resta pero' di fatto il miglior horror italiano degli ultimi anni, e poi a me quel finale cosi' malinconico e devastante e' la cosa che e' piaciuta di piu'percio' de gustibus mia cara. baci

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  5. infatti, de gustibus non SPUTACCHIANDUM EST direbbe Totò (credo sia stato lui a dirlo). Comunque accetto critiche e consigli per migliorare.

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  6. "direi che tutto puo' essere migliorabile, anche il tuo blog, per carita'"...scusa, ma che c'entra? Questo è un blog di critica. La sua principale funzione è quella di esprimere pareri, opinabili, rivedibili e dei quali si può discutere fino alla fine dei tempi. Magari sono io che leggo eccessivamente tra le righe (o forse proietto), ma la tua frase mi suona tanto come "perchè esprimi un parere negativo se anche tu sei perfettibile?". Insomma, non essendo il tuo blog la perla più brillante del creato, non criticare il film di Zampaglione. Sintesi estrema: o osanni, o non scrivi.

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  7. Un amico mi ha detto che la critica senza proposizione è l'apoteosi della cultura italiana. Sicuramente il mio blog è migliorabile, ma bisognerebbe dire "in cosa". Avere il coraggio delle proprie idee non è dire "questo non va" ma sforzarsi di proporre "come dovrebbe andare"...altrimenti non capisco proprio in cosa consista la critica. Credo che anche Zampaglione potrebbe essere d'accordo con questo discorso. L'arte vive di critica, peccato che non tutti conoscano l'etimologia di questa parola.

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  8. Parlo con te figlia ma recepisci, nuora... di questo mi sa il commento, se tale si può definire, di tarducci. L'unico messaggio che si recepisce dal pH è una profonda invidia...

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