martedì 15 giugno 2010

BERGMAN COME NON L'AVETE MAI VISTO

Se dico Ingmar Bergman molti pensano a Il Settimo Sigillo (1956), altri a Persona (1966), altri ancora a Il Posto delle fragole (1957), ma a nessuno viene in mente L'ora del Lupo (1968).
L'ora del Lupo è uno di quei film inspiegabilmente sottovalutati dalla critica, esempio raro della folle personalità artistica di Bergman.
Il pittore Johan Borg vive su di un'isola con la moglie Alma, incinta. L'insonnia e l'incontro con gli strani abitanti del luogo conducono l'uomo verso uno stato sempre più evidente di paranoia. Incubo e realtà si fondono ed animano negli angusti corridoi del castello Von Merkens dove, ospiti del barone, Johan e Alma sono vittima delle trame degli astanti in un crescendo sempre più enigmatico e demoniaco.

Ingmar Bergman ci ha lasciato una cospicua quantità di scritti che riguardano al contempo la propria vita e la carriera. Non ci è fatto segreto dell'assoluta compenetrazione dei due universi, tantomeno del ruolo catartico che l'attività artistica ha significato per lui. Ossessionato da personali demoni, nevrosi e fondamentali carenze affettive, Bergman ha riposto nel cinema e nel teatro le sue àncore di salvezza. Meticoloso e preciso solo nel lavoro, ha dato vita ad una produzione senza pari per quantità e pregio.
Questo film sembra, ad uno sguardo superficiale, un'opera fuori dal coro. Cupo, enigmatico, emotivamente devastante, sembra non essere all'altezza del lirismo spesso emerso nei precedenti. Tuttavia è tra le più puntuali e sofferte dichiarazioni d'artista che il XX secolo ci abbia lasciato.

L'artista (Borg, interpretato da Max Von Sydow) viene a patti col suo universo psichico; ad accompagnare la sua caduta, nel tentativo di salvarlo, c'è Alma (Liv Ullmann). Lei incarna l'amore, l'unica speranza di salvezza dall'incubo e dalla follia. Così Bergman indugia sul volto dell'attrice nella scena in cui i due assistono alla messa in scena del Flauto Magico in casa Von Merkens. Firma allo stesso tempo una sua personale dichiarazione d'amore alla donna, incinta della figlia Linn, ed un'invocazione di salvezza al personaggio il cui volto invade lo schermo alle parole disperate di Tamino: Pamina ... Pamina.
Allo stesso tempo i demoni bergmaniani nascono da un sostrato culturale che ha le sue origini in E.T.A. Hoffmann e W.A. Mozart in una concatenazione di rimandi che spaziano dalle ossessioni psichiche dell'uno alla massoneria sofferta dell'altro.

Sebbene queste considerazioni sembrano dipingere un film difficile da interpretare, allora devo ricondurre l'attenzione sulla retta via e dire altro. Quest'opera ha dentro di sè tutto il pathos che ci si aspetterebbe da un horror dei più raffinati. Bergman anticipa le sinfonie ermetiche di Lynch ed orchestra temi come il rapporto di coppia, l'infanzia, la malattia mentale a scene di necrofilia, grottesco ed omicidio.
L'ora del Lupo è attesa, sofferenza, paura, disperazione, panico. Al culmine, ancora Liv Ullmann che, rivolgendosi al pubblico, chiede:

Una donna che vive a lungo con un uomo finisce per essere simile a lui. Dicono che se lei lo ama e cerca di pensare e vedere come lui si identifica con lui, come anche lui si trasforma nella forma di lei. Due persone che hanno vissuto tutta la vita insieme finiscono per somigliarsi. Fare tante esperienze in comune non solo cambia i pensieri, ma anche i volti, che a lungo andare finiscono per avere la stessa espressione.


Per chi avesse una buona conoscenza dei film di Ingmar Bergman, saprà di certo che in molti le scene a tavola sono alquanto sontuose e stuzzicanti. Per averne un esempio più che rappresentativo guardate l'ultimo capolavoro cinematografico del maestro, Fanny & Alexander (1982). La ricetta che vi propongo è sintomo dell'acquolina che tali scene causano.
Ovviamente si tratta di una ricetta svedese.
KANELBULLAR - ROTOLINI ALLA CANNELLAPer ulteriori informazioni rimando al sito www.ilricettario.splinder.com da cui è tratta

ingredienti
3dl latte
50gr lievito di birra
100gr burro a temperatura ambiente

540gr farina + farina per il piano di lavoro
1dl zucchero
1/2 cucchiaino sale
50gr burro a temperatura ambiente
3 cucchiai zucchero
1 cucciaio cannella in polvere

1 uovo
zucchero granellato

Riscaldate il latte in un pentolino. Sbriciolate il lievito in una grossa ciotola, versatevi un po' di latte e farlo sciogliere. Nel resto del latte aggiungete il burro, mescolando. Versate la farina un po' alla volta, poi il sale e lo zucchero. Dopo circa 5 minuti di lavorazione, quando l'impasto si stacca dalla ciotola, coprite con uno strofinaccio e lasciate lievitare per 30 minuti, o comunque fino a che non abbia raddoppiato le sue dimensioni. Mentre l'impasto lievita si può cominciare a preparare il ripieno, mescolando gli ingredienti (burro, zucchero e cannella) fino ad ottenere una crema omogenea. Infarinate il piano di lavoro e dividete l'impasto in due parti. Lavorate entrambi aggiungendo della farina se il composto si attacca alle dita.
Stendete un pezzo alla volta con il mattarello fino ad ottenere una
sfoglia rettangolare che assomigli nelle dimensioni a quella di una teglia da forno. Spalmate la cremina con un coltello non seghettato. Arrotolate e dividete ogni rotolo in 15 fettine. Disponetele in delle formine (come quelle per fare i muffin) o ben distanziate sulla carta da forno.
Lasciate lievitare, coprendo con uno strofinaccio, per 20 minuti. Intanto accendert il forno a 250°. Spennellate ogni "bulle" con l'uovo (dopo averlo sbattuto un po'). Distribuite su ogni pezzo un po' di zucchero granellato. Infornate la teglia a metà del forno lasciando cuocere per 5-10 minuti fino a che i rotolini non abbiano ottenuto un bel colore dorato. Fate raffreddare e servite.

7 commenti:

  1. Brava. Bello il sito e bella l'idea. Tuttavia, mi duole constatare l'assenza di recensioni che riguardino il grande Alvaro Vitali. Senza Alvaro Vitali, d'altronde, non ci sarebbe alcun Bergman.

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  2. Dissento completamente. Ma è possibile che in questo paese non si riesca mai ma proprio mai a evitare di cadere nel volgare/pecoreccio?
    Come si fa a crivere una cosa del genere? Alvaro Vitali è stato il segno premonitore dell'Italia devastata che sta oggi sotto i nostri occhi (o almeno, di chi vuole vedere...).
    Il cinema è una cosa troppo seria: Bergman ce lo ha dimostrato tante volte e continuerà a farlo perché dei suoi film si parlerà ancora tra 300 anni, mentre nessuno parlerà di quell'omuncolo volgare...
    La critica è una cosa seria, non chiacchere scadenti da bar sport... Gabriele Biotti

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  3. Aggiungerei che firmarsi "Gianni Canova" per scrivere delle corbellerie sia altrettanto puerile. Sono sicura si tratti di uno scherzo poco divertente. La critica cinematografica versa in acque torbide, in questo blog si prova a parlare di cinema con rispetto, non è il luogo per scherzarne.
    Tuttavia perdono chi c'ha provato.

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  4. sei clemente, forse troppo. ormai in questo mondo di false informazioni che si spacciano per conoscenza acquisite ognuno crede di poter affermare quello che vuole come vuole, per intorpidire i cervelli (e la nostra informazione ne è esempio). in ogni caso si sarà trattato sicuramente di un deficiente che avrà approfittato di un nome conosciuto (?). o forse è il vero gianni canova (argh).

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  5. E' vero, ormai oggi contano le informazioni, non i contenuti... Si può dire qualsiasi cosa, a patto che non crei un dissenso o faccia pensare.C'è l'idea che sia meglio parlare da stupidi, tanto se lo si fa è sempre più difficile che ci si accorga della differenza tra cose intelligenti e cose che non lo sono...
    Anzi, siamo messi così male che chi più chiacchera e alza la voce dicendo le peggiori cose, è premiato come uno spirito magari arguto, originale e forse persino intelligente. Tutto questo è iniziato ormai un po' di anni fa con trasmissioni come "Maurizio Costanzo Show", che hanno promosso nel circuito sociale qualsiasi stupido che sapesse un po' comunicare.
    Il mio incoraggiamento a Teresa che ancora crede alla possibilità di parlare dei film con rispetto. Gabriele Biotti

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  6. ciao, ho trovato il tuo blog davvero bello! complimenti...mi copio anche la ricetta SLURP
    Se non ti offendi vorrei segnalarti il blog dei totanisognanti che a me piace molto:

    http://totanisognanti.blogspot.com

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  7. Grazie, ho dato un'occhiata al blog che mi hai suggerito, ed è davvero interessante! Lo seguirò volentieri.

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