Pat
(Bradley Cooper) torna in famiglia dopo aver scontato otto mesi in un ospedale
psichiatrico per aver quasi ammazzato di botte l’amante della moglie. Ancora
tormentato dal suono della canzone del suo matrimonio, la stessa che suonava
nello stereo il giorno in cui li aveva scoperti a fare la doccia in casa sua, è
però intenzionato a rimettere a posto le cose. Un giorno conosce Tiffany
(Jennifer Lawrence), anche lei con dei trascorsi psichiatrici poco limpidi
sopraggiunti con la morte del marito. Poiché la ragazza acconsente a consegnare
una lettera d’amore e buoni propositi di Pat alla moglie, che non potrebbe
contattare per via di un’ordinanza restrittiva, lui in cambio accetta di farle
da compagno per una gara di ballo. Intanto le premonizioni scaramantiche
portano suo padre (Robert De Niro) a scommettere tutto il denaro di famiglia su
una partita di football degli Eagle e, allo stesso tempo, sul punteggio minimo
di Pat e Tiffany alla gara di ballo.
I
toni spesso bizzarri di questa commedia sincera e spontanea si dividono a colpi
di battute tra i bravissimi protagonisti Bradley Cooper e Jennifer Lawrence
(che per il ruolo ha meritato un Oscar). La leggerezza fa da padrona,
stemperando il rischio di gravità imminente atteso dal tema principale del
film, la malattia mentale. Pat ha un disturbo bipolare da sempre sottovalutato,
esploso per l’ennesimo rifiuto di una moglie infelice e per niente comprensiva.
Tiffany è una giovanissima vedova che, a differenza di Pat, ha imparato ad
accettarsi e a trovare un accordo con la propria infelicità. Non si incontrano
per caso, nemmeno sembrano piacersi, ma nasce un rapporto straordinario via via
più profondo e sorretto da una sceneggiatura incalzante ma semplice. Lui
propende a dire subito tutto ciò che pensa, lei si difende dal mondo
aggredendolo con tutte le armi che una donna può sfoderare.
Il
football e la danza lascerebbero erroneamente pensare ad una commedia delle
tante in cui ritrovare ragazzini fanatici, famiglie assenti e idoli da una sola
stagione. Invece Russell prende dal football la ritualità di una famiglia
qualunque (i gesti scaramantici, la mamma che fa la lasagna, i figli attorno al
papà davanti alla tv); dalla danza l’occasione per imparare delle nuove regole
disciplinari da imporre alla vita; dall’amore la cura che sta nel confronto,
nello specchiarsi in qualcun altro, l’antidoto alla solitudine di un orizzonte
senza punti definiti. Alcuni critici hanno parlato de Il Lato Positivo come di un film che parla della guarigione dalla
malattia mentale con la forza dell’amore. Non è propriamente così. Non si
tratta di guarire, quanto di accettare e superare una situazione ritrovando se
stessi. Pat è da tutti additato come il pazzo, il carnefice della moglie Nicky
ma in realtà è solo qualcuno che ha vissuto nella negazione di se stesso,
tentando di cambiare per una donna che lo avrebbe voluto più magro, più
attento, più silenzioso, più dolce. Per tutto il film lui non fa che indicare
nel padre il suo stesso carattere, ma quasi mai nota nella madre la dolcezza,
la comprensione che devotamente riserva alla sua famiglia. Perché Pat ha
bisogno di un confronto, ha bisogno di riconoscersi in qualcuno o qualcosa,
tanto che appena esce dall’ospedale decide di acquistare i libri che Nicky fa
leggere agli allievi per “mettersi in pari” con la moglie, imparare com’è lei
per essere come lei vuole, ma il risultato è una finestra rotta e un libro che
non gli piace volato in mezzo alla strada alle quattro del mattino.
Tiffany
invece si dà a tutti per non concedersi a nessuno. Il suo corpo è altro da sé.
Ha vissuto la perdita e non vuole aprirsi a nessun altro per paura di restare
nuovamente da sola. A differenza di Pat lei sa cosa si prova a trovarsi in
qualcun altro, lei ha avuto modo di vedersi anche se ora non si ritrova più. La
danza le serve ad imparare a controllare il proprio corpo, a sentirlo vivo e
presente, non distante, non venduto, non odiato.
Il Lato Positivo è un film che si guarda tutto
d’un fiato, non c’è modo di distrarsi dai deliri di Bradley Cooper che questa volta
ripone i panni del bell’imbusto per essere ai limiti dell’innocenza come un
bambino spaesato. Jennifer Lawrence è aggressiva e attraente come mai prima,
una giovanissima donna dallo sguardo magnetico. Adorabile DeNiro, oramai come
un caro nonnino che gioca diligentemente la sua parte nei film famigliari.
Durante le due ore del film si ha la sensazione di vedere una bella commedia,
leggera al punto giusto, ma solo alla fine la percezione della sua ricchezza si
fa chiara, ed è davvero molto bello.
RICETTA
In
casa mia non ci sono rituali particolari a cui attenersi ogni qual volta ci sia
un’importante partita di calcio, forse perché l’unico tifoso è mio padre.
Ricordo molto bene, però, che in occasione dei mondiali del 2006 guardai la
prima partita con alcuni amici dell’università, evento che condizionò
inesorabilmente tutti gli altri incontri poiché per la prima volta mi trovai
costretta a seguire gesti scaramantici fino al fatidico Italia – Francia.
Fortunatamente il giro cominciò con un’abbondante insalata di riso, che avrei
cucinato sempre allo stesso modo per ogni partita. Se avessi preparato anch’io
la lasagna, come fa la mamma di Pat nel film, invece che l’insalata di riso,
probabilmente non sarei qui a raccontarla in questo modo dato che quell’estate
caldissima rendeva impossibile l’uso del forno per più di un giorno in una
modesta casa universitaria piena di tifosi trepidanti. Tuttavia l’idea che
voglio trasmettervi in questo momento è quella di un piatto caldo per una
serata in famiglia. Dopo il lavoro, lo studio, gli impegni giornalieri, una
serata di quiete con le pantofole ai piedi ed il tavolino trascinato tra il
divano e la tv per poter mangiare insieme guardando un film o una partita o una
trasmissione televisiva. Una lasagna, perché no? E un dvd a noleggio come ai
vecchi tempi.
LASAGNE CON GAMBERI E CREMA DI
CARCIOFI
Lasagne fresche
5 carciofi
250 gr gamberi grandi
70 gr farina
70 gr burro
1 l latte
passata di pomodoro
mezza cipolla
prezzemolo
noce moscata q.b.
sale q.b.
Pulite
i carciofi e tagliateli in spicchi. In una padella fate rosolare la cipolla,
aggiungete i carciofi e mezzo bicchiere di acqua. Coprite e lasciate cuocere,
aggiungendo altra acqua se una volta evaporata la precedente i carciofi non
saranno ancora cotti. Aggiustate di sale, condite con poco prezzemolo fresco. Riducete
in crema con il frullatore ad immersione e mettete da parte.
Intanto
preparate la besciamella. In un pentolino fate sciogliere il burro a fuoco
lento, appena sarà sciolto ma subito prima che cominci a friggere, togliete dal
fuoco ed aggiungete la farina setacciata. Mescolate bene con un cucchiaio di
legno, appena otterrete un composto ben amalgamato, rimettete sul fuoco e
lasciate cuocere per 2 o 3 minuti. A questo punto versate il latte caldo poco a
poco nel pentolino mescolando con una frusta. Cuocete fino a far addensare la
salsa, sarà pronta nel momento in cui, immergendo un cucchiaino, la crema si
attaccherà velando la superficie. Salate e profumate con la noce moscata.
Portate
ad ebollizione dell’acqua tenendo accanto una teglia da forno leggermente unta
con la passata di pomodoro. Cuocete le sfoglie di lasagna una alla volta
procedendo alla farcitura nella teglia man mano che saranno cotte: per ogni
strato mettete i gamberi (freschi non surgelati) sgusciati crudi e della crema
di carciofi che avrete precedentemente diluito con 3 o 4 cucchiai di
besciamella. Una volta terminati gli strati ricoprite con passata di pomodoro e
besciamella. Infornate fino a cottura ultimata.