mercoledì 13 marzo 2013

IL LATO POSITIVO- Silver Linings Playbook (di David O. Russell, 2013)



Pat (Bradley Cooper) torna in famiglia dopo aver scontato otto mesi in un ospedale psichiatrico per aver quasi ammazzato di botte l’amante della moglie. Ancora tormentato dal suono della canzone del suo matrimonio, la stessa che suonava nello stereo il giorno in cui li aveva scoperti a fare la doccia in casa sua, è però intenzionato a rimettere a posto le cose. Un giorno conosce Tiffany (Jennifer Lawrence), anche lei con dei trascorsi psichiatrici poco limpidi sopraggiunti con la morte del marito. Poiché la ragazza acconsente a consegnare una lettera d’amore e buoni propositi di Pat alla moglie, che non potrebbe contattare per via di un’ordinanza restrittiva, lui in cambio accetta di farle da compagno per una gara di ballo. Intanto le premonizioni scaramantiche portano suo padre (Robert De Niro) a scommettere tutto il denaro di famiglia su una partita di football degli Eagle e, allo stesso tempo, sul punteggio minimo di Pat e Tiffany alla gara di ballo.

I toni spesso bizzarri di questa commedia sincera e spontanea si dividono a colpi di battute tra i bravissimi protagonisti Bradley Cooper e Jennifer Lawrence (che per il ruolo ha meritato un Oscar). La leggerezza fa da padrona, stemperando il rischio di gravità imminente atteso dal tema principale del film, la malattia mentale. Pat ha un disturbo bipolare da sempre sottovalutato, esploso per l’ennesimo rifiuto di una moglie infelice e per niente comprensiva. Tiffany è una giovanissima vedova che, a differenza di Pat, ha imparato ad accettarsi e a trovare un accordo con la propria infelicità. Non si incontrano per caso, nemmeno sembrano piacersi, ma nasce un rapporto straordinario via via più profondo e sorretto da una sceneggiatura incalzante ma semplice. Lui propende a dire subito tutto ciò che pensa, lei si difende dal mondo aggredendolo con tutte le armi che una donna può sfoderare.

Il football e la danza lascerebbero erroneamente pensare ad una commedia delle tante in cui ritrovare ragazzini fanatici, famiglie assenti e idoli da una sola stagione. Invece Russell prende dal football la ritualità di una famiglia qualunque (i gesti scaramantici, la mamma che fa la lasagna, i figli attorno al papà davanti alla tv); dalla danza l’occasione per imparare delle nuove regole disciplinari da imporre alla vita; dall’amore la cura che sta nel confronto, nello specchiarsi in qualcun altro, l’antidoto alla solitudine di un orizzonte senza punti definiti. Alcuni critici hanno parlato de Il Lato Positivo come di un film che parla della guarigione dalla malattia mentale con la forza dell’amore. Non è propriamente così. Non si tratta di guarire, quanto di accettare e superare una situazione ritrovando se stessi. Pat è da tutti additato come il pazzo, il carnefice della moglie Nicky ma in realtà è solo qualcuno che ha vissuto nella negazione di se stesso, tentando di cambiare per una donna che lo avrebbe voluto più magro, più attento, più silenzioso, più dolce. Per tutto il film lui non fa che indicare nel padre il suo stesso carattere, ma quasi mai nota nella madre la dolcezza, la comprensione che devotamente riserva alla sua famiglia. Perché Pat ha bisogno di un confronto, ha bisogno di riconoscersi in qualcuno o qualcosa, tanto che appena esce dall’ospedale decide di acquistare i libri che Nicky fa leggere agli allievi per “mettersi in pari” con la moglie, imparare com’è lei per essere come lei vuole, ma il risultato è una finestra rotta e un libro che non gli piace volato in mezzo alla strada alle quattro del mattino.

Tiffany invece si dà a tutti per non concedersi a nessuno. Il suo corpo è altro da sé. Ha vissuto la perdita e non vuole aprirsi a nessun altro per paura di restare nuovamente da sola. A differenza di Pat lei sa cosa si prova a trovarsi in qualcun altro, lei ha avuto modo di vedersi anche se ora non si ritrova più. La danza le serve ad imparare a controllare il proprio corpo, a sentirlo vivo e presente, non distante, non venduto, non odiato.
Il Lato Positivo è un film che si guarda tutto d’un fiato, non c’è modo di distrarsi dai deliri di Bradley Cooper che questa volta ripone i panni del bell’imbusto per essere ai limiti dell’innocenza come un bambino spaesato. Jennifer Lawrence è aggressiva e attraente come mai prima, una giovanissima donna dallo sguardo magnetico. Adorabile DeNiro, oramai come un caro nonnino che gioca diligentemente la sua parte nei film famigliari. Durante le due ore del film si ha la sensazione di vedere una bella commedia, leggera al punto giusto, ma solo alla fine la percezione della sua ricchezza si fa chiara, ed è davvero molto bello.

RICETTA
In casa mia non ci sono rituali particolari a cui attenersi ogni qual volta ci sia un’importante partita di calcio, forse perché l’unico tifoso è mio padre. Ricordo molto bene, però, che in occasione dei mondiali del 2006 guardai la prima partita con alcuni amici dell’università, evento che condizionò inesorabilmente tutti gli altri incontri poiché per la prima volta mi trovai costretta a seguire gesti scaramantici fino al fatidico Italia – Francia. Fortunatamente il giro cominciò con un’abbondante insalata di riso, che avrei cucinato sempre allo stesso modo per ogni partita. Se avessi preparato anch’io la lasagna, come fa la mamma di Pat nel film, invece che l’insalata di riso, probabilmente non sarei qui a raccontarla in questo modo dato che quell’estate caldissima rendeva impossibile l’uso del forno per più di un giorno in una modesta casa universitaria piena di tifosi trepidanti. Tuttavia l’idea che voglio trasmettervi in questo momento è quella di un piatto caldo per una serata in famiglia. Dopo il lavoro, lo studio, gli impegni giornalieri, una serata di quiete con le pantofole ai piedi ed il tavolino trascinato tra il divano e la tv per poter mangiare insieme guardando un film o una partita o una trasmissione televisiva. Una lasagna, perché no? E un dvd a noleggio come ai vecchi tempi.

LASAGNE CON GAMBERI E CREMA DI CARCIOFI
Lasagne fresche
5 carciofi
250 gr gamberi grandi
70 gr farina
70 gr burro
1 l latte
passata di pomodoro
mezza cipolla
prezzemolo
noce moscata q.b.
sale q.b.

Pulite i carciofi e tagliateli in spicchi. In una padella fate rosolare la cipolla, aggiungete i carciofi e mezzo bicchiere di acqua. Coprite e lasciate cuocere, aggiungendo altra acqua se una volta evaporata la precedente i carciofi non saranno ancora cotti. Aggiustate di sale, condite con poco prezzemolo fresco. Riducete in crema con il frullatore ad immersione e mettete da parte.
Intanto preparate la besciamella. In un pentolino fate sciogliere il burro a fuoco lento, appena sarà sciolto ma subito prima che cominci a friggere, togliete dal fuoco ed aggiungete la farina setacciata. Mescolate bene con un cucchiaio di legno, appena otterrete un composto ben amalgamato, rimettete sul fuoco e lasciate cuocere per 2 o 3 minuti. A questo punto versate il latte caldo poco a poco nel pentolino mescolando con una frusta. Cuocete fino a far addensare la salsa, sarà pronta nel momento in cui, immergendo un cucchiaino, la crema si attaccherà velando la superficie. Salate e profumate con la noce moscata.
Portate ad ebollizione dell’acqua tenendo accanto una teglia da forno leggermente unta con la passata di pomodoro. Cuocete le sfoglie di lasagna una alla volta procedendo alla farcitura nella teglia man mano che saranno cotte: per ogni strato mettete i gamberi (freschi non surgelati) sgusciati crudi e della crema di carciofi che avrete precedentemente diluito con 3 o 4 cucchiai di besciamella. Una volta terminati gli strati ricoprite con passata di pomodoro e besciamella. Infornate fino a cottura ultimata.

sabato 9 marzo 2013

UPSIDE DOWN (J. Solanas, 2012)

Due mondi speculari ed inversi, in cui ogni essere vivente è soggetto alla gravità del suolo sottostante, sono talmente vicini che uno è il cielo dell'altro e da una montagna molto alta si può quasi toccare la cima di un albero del mondo che la sormonta. Tuttavia i luoghi vivono in un rapporto di dipendenza/sudditanza tanto che uno dei due è talmente impoverito dall'altro da non riuscire quasi a sopravvivere. Adam (Jim Sturgess) vive nel mondo "povero", mentre Eden (Kirsten Dunst) vive nel mondo "ricco". Da adolescenti si incontrano proprio per aver raggiunto rispettivamente le cime più alte dei loro mondi, ma la legge non ammette che ci siano rapporti tra i rispettivi abitanti.

Mettiamo in chiaro una cosa: questo post sarà abbastanza zeppo di spoiler, non per partito preso ma perchè altrimenti non potrei esprimere al meglio lo sdegno che molte, troppe scelte registiche introdotte a caso hanno suscitato. Per chiarire il concetto bisogna prima di tutto ammettere che Upside Down è uno spettacolo visivo la cui forza poteva essere avvalorata da una storia ben pensata, e da un buon cast di attori. Fatta eccezione per l'ultimo elemento, non si può dire che la sceneggiatura sia altrettanto apprezzabile. Già analizzando la trama ci si rende conto delle potenzialità fantascientifiche di una storia che non ha solo il secolare conflitto "Montecchi-Capuleti" per motore, ma anche una serie di divieti ed ostacoli impliciti nell'eccessiva vicinanza tra due mondi opposti sin dalla basilare forza di gravità. Come a dire "se vuoi una storia d'amore impossibile, più di così è davvero difficile".

Uno dei due mondi (quello di sopra) succhia via l'energia e le materie prime dal mondo di sotto, condannando a morte chiunque da quest'ultimo provi ad infrangere anche la più banale delle regole. Inutile far notare la metafora del Nord e Sud della terra e la consueta dinamica di sfruttamento dei ricchi sui poveri. In una delle prime scene, Adam spiega che un oggetto di un mondo, se portato sull'altro, dopo poche ore (o un'ora? le versioni durante il film sono diverse) brucia. Poco dopo lo vediamo mangiare avidamente una melagrana offertagli dall'amichetta sotto-sopra senza bruciare dall'interno, ma gustandone felice il dolce succo. E ancora viene da chiedersi: se il mondo di sopra ruba il petrolio del mondo di sotto per alimentare le sue città, perchè quello stesso petrolio non prende fuoco allo scadere del suo tempo da ospite? Si tratta, infatti, di un pretesto evidentemente utilizzato in sceneggiatura solo per giustificare l'impossibilità di Adam (vestito di pesanti oggetti dell' "altro mondo" che gli consentono di andare a far visita ad Eden senza volare di sotto, attratto dalla gravità inversa) di sostare a lungo e indisturbato in casa di Eden perchè dopo poco le scarpe ed i vestiti cominciano a bruciare.

La stessa storia d'amore diventa flebile in modo imbarazzante. Lei ha subìto una caduta che dieci anni prima le aveva fatto perdere la memoria, evento rimediato miracolosamente alla vista di Adam e soltanto per accelerare lo sviluppo della dinamica amorosa. Scelta che porta via tutta una serie di implicazioni che svaniscono nel nulla insieme a tutte le "certezze" che lo stesso Adam aveva descritto nell'introduzione al film. Magicamente la gravità viene vinta da una gravidanza, i temutissimi despoti del mondo di sopra che fino ad un attimo prima uccidevano chiunque, svaniscono per aver perso il brevetto di una crema antirughe (ebbene sì, una crema che agisce sulla caduta gravitazionale della pelle), ed il mondo di sotto in un attimo sembra più ricco e popolato del mondo di sopra solo grazie alla forza dell'amore.
E pensare che se avessero ricordato che gli oggetti dell'uno possono bruciare sull'altro mondo, il film così com'è non sarebbe nemmeno esistito.

RICETTA
E che ve lo dico a fare? La ricetta "sottosopra" per antonomasia è quella di una torta che -autocombustione a parte- si può mangiare capovolta, quindi senza contorsionismi articolari per passarne una fetta agli amici del mondo opposto. È la

8 - 10 mele
150 gr di burro
150 - 200 gr di zucchero a velo
200 - 250 gr di pasta brisée
cannella

Mondate le mele. In una pentola sciogliete insieme il burro e lo zucchero, a fuoco lentissimo, avendo cura di mescolare fino a far amalgamare il composto che alla fine risulterà di un colore bruno come caramello. Togliete dal fuoco e versate in una teglia da forno. Quando il caramello sarà tiepido, disponete gli spicchi di mela fino a riempire tutta la superficie e spolverate di cannella. Coprite con carta d'alluminio e cuocete per 5 - 10 minuti. Intanto stendete la pasta brisée su un piano infarinato per uno spessore di circa 4 mm. Estraete la teglia dal forno e stendete il disco di pasta al posto del foglio di alluminio. Cuocete a 180° fino a che la pasta non risulti dorata. A cottura ultimata rivoltate la torta immediatamente su un piatto da portata. Et voilà la Tarte Tatin!

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