lunedì 4 giugno 2012

MARILYN (S. Curtis, 2011)

E' il 1956. Laurence Olivier (Kenneth Branagh) propone a Marilyn Monroe (Michelle Williams) il ruolo di coprotagonista per il suo nuovo film, Il principe e la ballerina. Sul set è presente anche Colin Clark (Eddie Redmayne), un giovane appassionato di cinema riuscito ad ottenere l'ingaggio come terzo aiutoregista. E sarà lui stesso a narrare l'incontro con la bella Marilyn nel diario che pubblicò diversi anni dopo e acui questo film è ispirato.

Marilyn Monroe...Marilyn Monroe, si potrebbe ripetere questo nome all'infinito ed evocare emozioni sempre diverse. La donna che ha fatto impazzire i benpensanti "Fifties", che con lo sguardo ed un sorriso malizioso poteva ottenere tutto dagli uomini più potenti, condannata a rendere felici gli altri pur essendo immune alla felicità. Ma chi si celava davvero dietro il volto di Marilyn Monroe?
Di lei resta un racconto, ma alla base di quello e di tutte le parole che la riguardavano c’era quel corpo che è sopravvissuto alla morte, l’immagine che è diventata mito. E così per tutto il film Marilyn è nell’aria, non serve che Michelle Williams le assomigli (sebbene sia perfetta nel ruolo, un vero talento) perché tutto sa di lei, la si respira in ogni minuto.
 
Della Norma Jeane alimentata da pillole, sedativi e lusinghe spicciole non traspare molto più che qualche capriccio. "Ora devo essere lei" è la frase che pronuncia poco prima di esibirsi con pose e sorrisi alla servitù adorante nel castello di Windsor, ed è forse questa la confessione più innocente e drammatica di Norma-Marilyn. Il "dover essere" ad ogni costo, fino a perdersi del tutto, a svuotarsi di ogni contenuto è stata forse la causa della morte di Marilyn, e allo stesso tempo l'ultima condanna alla fama eterna. Probabilmente oggi non ricorderemmo quelle forme morbide, quasi ingenuamente esibite se la diva fosse rimasta in vita più a lungo, avrebbero rappresentato un momento della storia del costume e della società ma niente di più. Alle curve dei fianchi e del seno di Marilyn è sopravvissuto il conflitto che portava dentro di sé, dietro quegli "occhi da letto" disperatamente in cerca di approvazione.

Il film di Simon Curtis punta a narrare più la desiderabilità dell'oggetto-marilyn che la donna tormentata. Ed il titolo originale rende maggiormente l'idea di una narrazione mediata dagli occhi innamorati di un giovanissimo Colin Clark, che trovò in Marilyn la compagna di un momento, il sogno che si può avere la fortuna di vivere ad occhi aperti, ma che non lascia nulla di reale. Nel cast, accanto a Eddie Redmayne, nei panni di Clark, brillano il veterano Kenneth Branagh, Julia Ormond, Judi Dench ed Emma Watson. Splendida Michelle Williams che ci regala un'interpretazione intensa e credibile tanto da dimenticarci che la "vera" Marilyn, dopotutto, non è che  un sorriso, un corpo che gioca a tener ferma la gonna che si alza per il vento, uno sguardo seducente, un desiderio evanescente che continueremo a cercare per sempre nello schermo, proprio come il giovane Colin.

Avrei voluto intitolare questo articolo nel mio contributo su Net1News "Marilyn e il Desiderio" invocando il riferimento al celeberrimo Monica e il Desiderio di Ingmar Bergman. Nel film del 1952 l'intensità dello sguardo in macchina di Harriett Andersson aveva scatenato una moltitudine di riflessioni, parole, testi critici che ancora oggi lo rendono famoso. Di contro gli sguardi di Marilyn nel film di Curtis sono sì intensi, voraci, ma mai rivolti a noi spettatori. Si ha sempre la sensazione che qualcosa ci stia sfuggendo nelle pause tra quegli attimi in cui lo sguardo è seduttivo e quelli in cui è smarrito, spaventato.

Così mi sono trovata in difficoltà nella scelta della RICETTA. Cosa proporre, un piatto raffinato e seducente o un altro più semplice, dal gusto impalpabile? Forse un gusto che richiami entrambi gli aspetti come un carattere timido e insicuro che si rivela all'infrangersi di una trincea di croccantezza?!? Direi proprio che quest'ultimo è quello giusto.

  •  acqua 1l
  • formaggio Montasio 500g

  •  polenta 200g

  •  speck 150g

  • Preparate una polenta morbida e tagliate a dadini lo speck. Grattuggiate il formaggio, scaldate una padella antiaderente senza aggiungere olio né altri ingredienti. Quando sarà ben calda versatevi 2-3 cucchiai di formaggio. Appena scurisce leggermente, togliete dalla padella, premete leggermente sui bordi formando una specie di canestrino e lasciate raffreddare appoggiandolo su un bicchiere rovesciato così che prenda meglio la forma. Intanto scaldate lo speck che utilizzerete insieme alla polenta per riempire i cestini.

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