Già nell'assai discussa locandina il cielo cupo incombeva come presagio di sventura sui volti allegri dei protagonisti. A Casa Tutti Bene racconta di una famiglia che si ritrova a festeggiare le nozze d'oro dei genitori nella casa in cui si sono ritirati a trascorrere la vecchiaia. Un'improvvisa mareggiata impedisce agli ospiti di ripartire, costringendoli ad una convivenza prolungata e forzata che sarà motivo di risveglio per vecchi rancori e conti in sospeso.
Tutte le famiglie felici si somigliano, ma le famiglie infelici lo sono ognuna a suo modo recitava Tolstoj in Anna Karenina, e qui gli potrebbe fare da eco Stefania Sandrelli che in una battuta del film risponde al figlio che "non esistono vite normali". Eppure le famiglie infelici di Muccino si somigliano tutte e sono qui orchestrate in un carosello di tipi umani esibiti come in un circo di parenti. C'è l'isterica gelosa, il fallito, il traditore, la casalinga disperata, il malato, l'adolescente irrequieta, la divorziata, il ribelle e molti altri.
Il ritorno in patria del regista sceglie un luogo del cuore del cinema - tra i film girati sull'isola, il Corsaro dell'Isola Verde 1952 e Il talento di Mr. Ripley 1988 - che qui diventa rifugio della terza età
per due coniugi in cerca di serenità. Ischia, l'isola di tanto cinema è qui un luogo magico, un luogo infantile e caro che non ha bisogno di essere nominato poiché riconoscibile al cuore prima che alla ragione. Un luogo che da porto sicuro diventa gabbia, in cui lo sfogo delle emozioni sfiora la brutalità e bestialità, a volte finanche gratuite.
Pianisequenza e riprese vorticose sono il tratto distintivo del regista che qui sembra voler portare al culmine il suo cinema durato vent'anni, e per farlo organizza una rimpatriata tra volti noti alla sua carriera in preda all'argomento a lui più caro, la famiglia borghese italiana. Il cinema di Muccino è un cinema di volti tra cui, in questo lavoro, spiccano le doti di Pierfrancesco Favino che riesce a muoversi su registri diversi e a non abbandonare mai la gravità del suo personaggio, e Sabrina Impacciatore che con la leggerezza che la contraddistingue regala una figura intensa e a volte divertente.
A fare da contraltare c'è, però, la sensazione costante di aver visto troppo. Muccino recupera tutto il suo cinema e lo getta nel calderone. Se lo stile registico risulta meglio definito e più organico, l'eccesso di zelo nel voler ripercorrere i sospiri e le emozioni urlate ne L'Ultimo Bacio è sempre in agguato. A Casa Tutti Bene è il film che, più di tutti i film di Muccino, intende raccontare la vita entrando nelle dinamiche famigliari, lasciando emergere la dimensione prominente del privato su dinamiche sociali più ampie, purtroppo però il risultato si ferma allo stesso punto di consapevolezza già raggiunto dai suoi precedenti lavori, senza apportare niente di nuovo.
A Casa tutti bene. Una ricetta di famiglia.
Il ritorno di Un Film per Dessert dopo mesi di silenzio coincide con il ritorno di Gabriele Muccino al cinema italiano, ma non c'è uno scopo programmato dietro questa che definirei più una coincidenza. Tuttavia questa circostanza che sa di famiglia, di ritrovo e di tempi di sopportazione misurati, deve avere un sapore riconoscibile. Nel film di Muccino il sapore è quello delle tombolate tra parenti con lo zio che bara, per me il sapore è quello di film sulla famiglia già visti e recensiti accompagnati da polpette al sugo, arrosto, o tacchino ripieno da giorno del ringraziamento. Con questo film la ricetta deve essere classica ma con qualcosa di troppo, un piatto che si mangia per gola ma che lascia la sensazione di pesantezza a ricordarci che, forse, era meglio digiunare.
La lasagna napoletana è un piatto che in molti riconosceranno perché nota per essere particolarmente ricca di ingredienti e dalla lunga preparazione. Ecco la ricetta
INGREDIENTI
300 gr di sfoglie di lasagne
400 gr di fior di latte
3 uova
400 gr di ricotta romana
100 gr di pecorino
Per il ragù:
150 gr di costine di maiale
1 salsiccia
250 gr di muscolo di manzo
50 gr di pancetta
1 cipolla
1 carota
1 costa di sedano
1/2 bicchiere di vino rosso
1,5 lt di passata di pomodoro
sale
olio di oliva extravergine
Per le polpette:
250 gr di carne macinata
1 uovo
1 fetta di pane
20 gr di parmigiano
sale
olio di semi
Iniziate a preparare il ragù tagliando a tocchetti i tre tipi di carne. In una casseruola con dell'olio fate appassire il trito di cipolla, sedano e carota assieme alla pancetta a cubetti. Aggiungete quindi la carne e fatela cuocere per qualche minuto. A questo punto mettete il vino e fatelo sfumare rigirando anche la carne di tanto in tanto. Inserite anche la passata di pomodoro e mescolate. Dal momento in cui il sugo riprende a bollire abbassate al minimo la fiamma e fate cuocere lentamente per 4 ore. Quando sarà pronto sollevate i pezzi di carne più grossi e teneteli da parte.
Intanto preparate le polpette mettendo in una ciotola la carne macinata, l'uovo, il pane a tocchetti, parmigiano e sale. Amalgamate bene e formate con le mani tante piccolissime polpette. Friggete le polpette, in olio bollente, rigirandole.
Mettete la ricotta in una ciotola ed aggiungetegli una parte di sugo per poterla lavorare con una forchetta. Cuocete per qualche minuto in acqua bollente salata, con aggiunta di qualche goccia di olio, le sfoglie di lasagne. Man mano che saranno cotte sollevatele e mettete ad asciugare su di un canovaccio pulito.
Intanto bollite le uova per 10 minuti in un pentolino con dell'acqua. Quindi sbucciatele e tagliatele a fette. Preparate la lasagna cospargendo la pirofila con un mestolo di ragù. Adagiate quindi il primo strato di sfoglie (se necessario tagliatene qualcuna) e ricopritelo con della ricotta. Aggiungete quindi il fior di latte a tocchetti e poi le uova.
Ripetete i passassi mettendo anche le polpette e la spolverata di pecorino. Ricoprite nuovamente mettendo ricotta e passata di pomodoro.
Terminate con una spolverata di pecorino ed cuocete in forno già caldo a 200 °C circa 30 minuti.